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L’ex consigliere comunale di Vibo, Alfredo Lo Bianco

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VIBO VALENTIA – L’unico in grado di porre fine all’impasse che si era ingenerata in consiglio comunale nelle ultime due seduta era indubbiamente lui. Alla fine il passo l’ha compiuto con una lettera nella quale ha annunciato di rinunciare alla reintegra nell’assise consiliare non senza, tuttavia, lanciare strali alla maggioranza e all’esecutivo di palazzo Luigi Razza.

«Comunico di avere rassegnato le mie dimissioni dalla carica di Consigliere Comunale pur essendo soltanto indagato e pur essendosi fortemente ridimensionata la mia posizione processuale». È, questo, l’incipit della nota stampa con la quale Alfredo Lo Bianco, esponente del Partito Democratico, rende nota la propria decisione. Arrestato nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Rinascita-Scott” – condotta il 19 dicembre del 2019 dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Catanzaro – gli viene contestata l’accusa di corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose. Una posizione, la sua, strettamente collegata a quella del fratello Orazio il quale è attualmente in carcere – al contrario del congiunto che ha l’obbligo di dimora dopo la caduta delle esigenze cautelari – per svariati capi di imputazione che vanno dall’associazione mafiosa all’intestazione fittizia di beni.

Sul “caso Lo Bianco” – che aveva in un primo tempo chiesto la reintegra ma nel gruppo misto – era intervenuto il prefetto il quale, attenendosi alla normativa vigente, aveva disposto la reintegra e il civico consesso era chiamato a prenderne atto. Ma qui la macchina politico-amministrativa si è ingolfata portando anche scene poco edificanti. E così si era creata una fase di stallo superata ieri. Ad ogni modo, l’ex consigliere, nella lettera, non si difende soltanto ma passa al contrattacco invitando il sindaco Maria Limardo a fare lo stesso suo passo.

Ma in primis ricorda che gli «è stata revocata la misura cautelare dei domiciliari e, dalle risultanze processuali, emerge che il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena ha dichiarato che il sottoscritto nulla ha a che vedere con i contesti criminali. Ciò nonostante ritengo di assumere questa posizione per dimostrare che, pur avendo avuto riconosciuto il mio diritto ad essere reintegrato in Consiglio comunale, rinuncio alla mia carica perché ho ben chiaro che in alcuni momenti è necessario fare passi indietro per evitare che il proprio nome possa continuare ad essere infangato da falsi perbenisti e moralizzatori dell’ultima ora».

Il riferimento è anche al Sindaco della città di Vibo Valentia, che nell’ultimo Consiglio comunale «mi ha rivolto un documento diffamatorio ed ingiusto, al quale dico che le parole pronunciate valgono anche per lei e la sua amministrazione». Sulla base delle informative del Ros dei carabinieri Lo Bianco rileva poi che «ispiratori di liste che hanno determinato la vittoria dell’attuale coalizione hanno da anni frequentazioni e rapporti con pezzi delle criminalità organizzata, consiglieri comunali hanno diretti congiunti arrestati per associazione a delinquere di stampo mafioso, altri consiglieri sono stati intercettati mentre discutevano di questioni comunali con soggetti sottoposti ad arresto ed altri ancora, addirittura capigruppo, intercettati mentre discutevano di dinamiche criminali o ancora altri consiglieri e membri di strutture regionali di consiglieri regionali che supportano questa maggioranza e fortemente discussi».

Lo Bianco, dunque, non ci sta a passare per l’unico sul quale ci sono ombre e per tali ragioni «mi sento di rivolgere questa volta un appello pubblico al sindaco e cioè di dimettersi, come ho fatto io, perché le questioni di opportunità valgono per entrambi e soprattutto perché la sua amministrazione, sin dalla campagna elettorale, si è solo contraddistinta per ombre e sospetti relativi alla zona grigia». La Limardo l’ascolterà? Intanto, con l’uscita definitiva di Alfredo Lo Bianco dall’assemblea cittadina, tornerà al suo interno Laura Pugliese che continuerà a sedere tra le fila del gruppo misto.

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