Gli avvocati del Foto di Vibo hanno proclamato tre giorni di astensione dalle udienze a partire da domani
3 minuti per la letturaPresa di posizione degli avvocati del foro di Vibo sulle sofferenze del settore giustizia con la proclamazione di tre giorni di astensione dalle udienze a partire dalla giornata di domani
VIO VALENTIA – La Camera Penale di Vibo Valentia continua la sua battaglia – non in solitaria ma in stretta sinergia con le altre Camere della regione – per un miglioramento del comparto giustizia e dopo l’agitazione annunciata nei mesi scorsi da domani scatta l’astensione dalle udienze vista l’assenza di risposte alle istanze avanzate nel corso del tempo. La specifica motivazione attiene “alla necessità di tutelare con ogni mezzo tali indefettibili e non negoziabili principi e valori, annunciando l’adozione di ogni possibile iniziativa al fine di sensibilizzare tutti i settori della società civile, della Politica, della Accademia e dell’informazione, riservandoci la sollecita organizzazione di eventi nazionali nell’ambito dei quali manifestare la contrarietà dell’Avvocatura penale alla introduzione delle norme contenute nel pacchetto sicurezza, denunciando i rischi della svolta illiberale che esse prefigurano, svelando altresì la natura fallimentare dello strumento repressivo ai fini del perseguimento della pur necessaria sicurezza dei cittadini”.
LE CRITICITÀ DEL COMPARTO GIUSTIZIA VIBONESE DENUNCIATE DAGLI AVVOCATI
Nell’incontro del 28 settembre scorso, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Vibo, Franco De Luca, aveva parlato di situazione insostenibile per via “dell’annosa carenza del numero dei magistrati che registriamo sia nel settore civile che al giudice di pace in cui le iscrizioni hanno raggiunto quota 7.000”; aveva inoltre evidenziato inoltre come a fronte di “una pianta organica di 9 giudici non si riesca a fare fronte ad un contenzioso imponente. Il settore civile sta scontando una carenza di magistrati importante. A gennaio scorso l’incontro col ministro cui abbiamo fatto presente l’esistenza di ben 12.500 cause pendenti, di cui 6mila solo nel settore lavoro, con vicende di licenziamenti risalenti nel tempo, anche di 12 anni. Tutto questo determina inevitabilmente l’impossibilità di assicurare una tempestiva e soddisfacente risposta di giustizia”.
Per quanto concerne poi il settore Civile, l’Ordine insieme al Consiglio nazionale forense ha sollecitato la “creazione di una sezione civile, per il Gdp (principale e spesso unica fonte di reddito per gli avvocati più giovani) e chiesto maggiori risorse umane. E il ministero è stato recentemente diffidato ad inviare il personale richiesto”.
GIUSTIZIA IN AFFANNO A VIBO: GLI AVVOCATI SOLLEVANO LA QUESTIONE “MAESTRALE-CARTHAGO” A LAMEZIA
Altro punto sollevato era quello della delocalizzazione dei maxi processi penali e a sollevare la questione era stato il presidente della Camera Penale, Pino Aloi, in riferimento al maxi processo “Maestrale” che tuttavia in questo periodo sta prevedendo – in via temporanea – udienze a Vibo, denunciando “le infauste conseguenze, sul piano organizzativo in quanto la giustizia penale ordinaria non è assistita da organici sufficienti e stabili, semi paralizzata per effetto della destinazione delle risorse umane a quella speciale”; denunciato inoltre “il sovraccarico dei procedimenti incidentali cautelari, numeri elevatissimi e sovente risposte tardive oltre che inevitabili quanto mortificanti compressioni dei contributi di difesa”. E specificatamente alla delocalizzazione dei maxi procedimenti si rilevava “l’incompatibilità del processo di massa con le garanzie del giusto processo” e gli “impraticabili calendari che ulteriormente riducono la rappresentanza della difesa al di sotto della soglia minima necessaria per l’adempimento del dovere”.
Il Coordinamento delle camere penali calabresi invocava l’interessamento, il coinvolgimento, l’intervento della Politica e delle Autorità Giudiziarie sulle problematiche sollevate con l’auspicio che l’agenda emergenziale potesse declinare in direzione di una “risposta di giustizia che abbia al centro il tema della verifica della responsabilità individuale piuttosto che un processo calibrato sul contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata”, ma vano e negletto, tuttavia, è risultato l’appello rivolto.
Adesso, dunque, per gli avvocati del Foro di Vibo questi tre giorni di astensione dalle udienze, in attesa di quelle risposte, sul potenziamento del settore giustizia, finora mai pervenute.
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