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Terzo episodio di vandalismo in poche settimane contro la stele dedicata al capitano De Grazia installata sul lungomare di Vibo Marina. In frantumi un simbolo di legalità e coraggio.


VIBO MARINA – Ancora “veleni” contro la figura del Capitano Natale De Grazia: sono trascorsi trent’anni dalla sua misteriosa morte, ma, evidentemente, il “messaggio” lasciato in eredità dal Comandante reggino prima di morire continua ad infastidire qualcuno e la conferma la si è avuta a seguito dell’ennesimo atto vandalico, perpetrato contro la stele a lui dedicata nell’area portuale di Vibo Marina.

COMPLETATA L’OPERAZIONE DI DISTRUZIONE DELLA STELE DEDICATA A DE GRAZIA

Gli autori del vile gesto non hanno desistito fino a venerdì notte, allorché, complice l’oscurità della zona e gli impianti di videosorveglianza non funzionanti, hanno completato il “lavoro” di distruzione già iniziato la sera prima. In meno di 48 ore, ben due blitz hanno ridotto in frantumi un simbolo di legalità e coraggio.

L’OPERA INAUGURATA LA SCORSA ESTATE

La stele dedicata a De Grazia sul lungomare di Vibo Marina era stata inaugurata la scorsa estate alla presenza del primo cittadino di Vibo Valentia, Enzo Romeo, e di tutte le massime cariche istituzionali della provincia. All’evento, per il taglio del nastro invitato Roberto De Grazia, uno dei figli del Capitano, che era giunto da Reggio Calabria per partecipare alla serata in memoria del padre. Tuttavia, già dopo poche settimane, l’opera era stata oggetto di un primo atto di vandalismo: a fine ottobre avevano spezzato in due l’ancora posizionata sul piedistallo che la manteneva.
Sbalorditi e rammaricati, i cittadini avevano quindi sollecitato la riparazione dell’opera, subito effettuata dal consigliere comunale Silvio Pisani che già in precedenza aveva provveduto ad acquistarla e a farla installare nel piazzale a lui dedicato.

DANNEGGIAMENTO ALLA STELE DE GRAZIA, NON È UNA “RAGAZZATA”

Una vicenda che oggi, domenica 2 febbraio 2025, alla luce dell’accanimento profuso dagli autori, fa venire meno la tesi della semplice “ragazzata” fatta da isolati balordi del luogo. Infatti, a conferma di ciò è intervenuto l’autore Andrea Carní, che in occasione dell’inaugurazione si era esibito con il musicista Fabio Macagnino nello spettacolo “Non sopporto le cose storte” dedicato all’ufficiale reggino.

TRE GLI ATTI VANDALICI AI DANNI DEL MONUMENTO

«Ad ottobre – ha affermato – il primo danno. Ieri, 31 gennaio il secondo. Oggi (1 febbraio) hanno completato l’opera di distruzione della stele in memoria del Capitano Natale De Grazia. Sono gesti che fanno capire quanto è stato scomodo da vivo e quanto lo è ancora oggi. A trent’anni dalla sua morte la richiesta di verità e giustizia non è sufficientemente forte da sovrastare questi atti. Forse serve qualcosa in più da ognuno di noi. E serve ora. Serve che chi sa parli, che si riaprano le indagini sulle navi a perdere e sulla morte del Capitano. Serve che lo Stato e tutti i Corpi che si sentono realmente rappresentati dalla figura del Capitano – e che quindi avvertono come non ancora chiusa questa storia – chiedano concretamente verità e giustizia. Si pretende, dunque, una risposta pronta e seria da parte delle istituzioni.

Da parte del Comune di Vibo Valentia nel riportare a nuovo la stele e da parte delle forze dell’ordine nell’individuare i responsabili dei gesti. Basta con sterili commemorazioni, basta con “silenzi”, basta con mezze verità. Perché come insegna il Capitano De Grazia non si possono sopportare le cose storte. Ma queste – conclude l’artista – non possono e non devono essere solamente più parole».

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