Una veduta aerea del sito della Meridionale Petroli
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La Capitaneria di porto ha messo sotto sequestro il sito della Meridionale Petroli, nell’area portuale di Vibo Marina. Qualche giorno addietro il controllo effettuato nel sito da Arpacal, Asp e Guardia Costiera. In serata gli investigatori confermano la notizia data in anteprima dal Quotidiano del Sud.
Non sono al momento chiare le motivazioni, sta di fatto che il provvedimento è stato notificato qualche giorno dopo il sopralluogo effettuato dal personale dell’Arpacal, dell’Asp e della Guardia costiera all’interno dello stabilimento produttivo. Sopralluogo finalizzato ad individuare eventuali ma non meglio specificate anomalie che, a conti fatti, hanno dato esito positivo. Non si esclude la presenza di problemi inerenti l’autorizzazione unica ambientale. Tutta l’attività è stata coordinata dalla Procura ordinaria guidata da Camillo Falvo che sul rispetto delle norme ambientali ha fatto una delle sue principali battaglie.
Il provvedimento è stato notificato qualche giorno dopo il sopralluogo effettuato dal personale dell’Arpacal, dell’Asp e della Guardia costiera all’interno dello stabilimento produttivo. Sopralluogo finalizzato ad individuare eventuali ma non meglio specificate anomalie che, a conti fatti, hanno dato esito positivo. Non si esclude la presenza di problemi inerenti l’autorizzazione unica ambientale. Tutta l’attività è stata coordinata dalla Procura ordinaria guidata da Camillo Falvo che sul rispetto delle norme ambientali ha fatto una delle sue principali battaglie.
IL COMUNICATO DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI VIBO MARINA SULLA MERIDIONALE PETROLI
In serata è arrivata la conferma alla notizia data in anteprima dal Quotidiano del Sud sul sequestro dello stabilimento di Vibo Marina nel quale si specificano i dettagli. Alla società si contesta di aver immesso uno scarico di acque reflue industriali in condotta fognaria, superando i valori limite fissati dal Tuel per taluni parametri, tra cui azoto nitroso, tensioattivi totali, ferro ed idrocarburi totali. Si è inoltre accertato che la stessa Meridionale Petroli avrebbe esercitato la propria attività produttiva sprovvista dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, provvedimento sotteso all’Autorizzazione Unica Ambientale, confermando anche qui ciò che avevamo ventilato all’inizio dell’articolo.
Peraltro, nell’ambito della medesima attività investigativa, al fine di compiere una verifica sulle emissioni in atmosfera prodotte dagli impianti in uso presso il deposito costiero, il monitoraggio sulla qualità dell’aria con l’ausilio tecnico dell’Arpacal del dipartimento di Vibo Valentia, ha fatto emergere valori anomali di benzene in atmosfera, costituendo ciò un potenziale pericolo per la salute dei lavoratori del sito produttivo. Infine, considerata la capienza totale dei serbatoi adibiti allo stoccaggio di prodotto petrolifero, gli investigatori hanno appurato che il medesimo stabilimento esercitava l’attività d’impresa in assenza delle preliminari verifiche di assoggettabilità dei progetti degli impianti alla valutazione di impatto ambientale dell’Autorità Competente. A seguito di tale violazione è scattato un verbale di accertamento la cui irrogazione della sanzione amministrativa (che può variare da 35.000 a 100.000 euro) è di competenza della Regione Calabria. Da qui, pertanto, il sequestro della Meridionale Petroli su mandato della Procura di Vibo.
LA RIMOZIONE DEI VINCOLI AL SITO E LE “CURVE DI DANNO”
La Meridionale Petroli torna quindi sulle cronache locali dopo esserci stata negli ultimi anni per via delle vicende inerenti le cosiddette curve di danno in caso di esplosione dei silos presenti all’interno del sito. A febbraio del 2023, l’amministrazione di centrodestra aveva annunciato la rimozione dei vincoli presenti sull’area frutto di tre anni di lavori, con 34 passaggi tecnici, burocratici ed istituzionali, che avevano decretato “il ripristino delle condizioni di sicurezza sul lungomare di via Vespucci a Vibo Marina, dinanzi agli stabilimenti della Meridionale Petroli». A tale esito era giunto il Comitato tecnico regionale dei Vigili del fuoco.
Il 18 giugno 2019, il Ctr dei Vigili del fuoco, in merito al “Documento di Valutazione del Rischio di Incidente Rilevante” riguardante il deposito costiero della Meridionale Petroli Srl, aveva rilasciato il parere richiesto dalla Regione Calabria ai fini del completamento della procedura “Vas” sul Piano strutturale comunale a seguito del quale, una volta sancito che le curve di danno ricadessero all’esterno del perimetro della Meridionale Petroli, si erano poste delle stringenti limitazioni all’utilizzo del territorio circostante, comprendente l’area pubblica di via Vespucci. L’allora sindaco Maria Limardo aveva convocato subito un incontro istituzionale per valutare congiuntamente la documentazione.
Da allora, a seguito del confronto tra il Comune, la società e tutti i soggetti istituzionali coinvolti, Palazzo Razza aveva fatto presente a più riprese l’assoluta urgenza di addivenire ad una conclusione favorevole per il ripristino delle condizioni di sicurezza dell’area. La società, da parte sua, si era impegnata a mettere in atto una serie di interventi strumentali e strutturali per far sì che le curve di danno ricadessero all’interno dello stabilimento, procedendo, ad esempio, a ricollocare i serbatoi maggiormente impattanti in altra posizione».
LA CONCLUSIONE DELL’ITER SULLA MERIDIONALE PETROLI
Si era arrivati così al 3 febbraio 2021, quando la Meridionale Petroli ha proceduto a trasmettere una rielaborazione dell’analisi di rischio chiedendo di avviare una nuova procedura. A conclusione degli interventi di trasformazione impiantistica finalizzati alla riduzione dei rischi per incidente rilevante, il 20 giugno 2022, la società aveva consegnato al Comune la nuova “Analisi di rischio – giugno 2022”, sottoposta a valutazione da parte del Ctr. E a novembre 2022 il Gruppo di lavoro aveva proceduto a redigere la propria relazione che aveva visto il proprio termine positivo il successivo 14 dicembre con la valutazione del Ctr.
Nella conclusione del Ctr si legge: «Il Comitato tecnico regionale ha preso atto che dall’analisi rimessa dal Gestore non si determinano situazioni emergenziali le cui “curve di danno” fuoriescono dal confine dello stabilimento».
Sulla base dello studio in questione e di quello precedentemente trasmesso dall’Eni Spa, nonché dei pareri emessi sugli stessi dal Ctr dei Vigili del Fuoco, alla Prefettura spettava il compito di procedere alla rielaborazione di un “Piano di Emergenza Esterna” dei depositi costieri, meno impattante di quello approvato dal prefetto con Decreto dell’8 febbraio 2018. Ad ogni modo l’assessore Scalamogna aveva annunciato che il Comune avrebbe elaborato uno “studio di sito” in quanto, pur ricadendo le curve di danno all’interno dello stabilimento, un “eventuale incidente potrebbe comunque provocare situazioni di affollamento in quel tratto di via Vespucci”.
Adesso, però, arriva la notizia clamorosa del sequestro dello stabilimento – che non è collegato allo studio delle curve di danno – ma che non potrà non far sorgere nuovi interrogativi.
IL SITO DI VIBO MARINA DELLA MERIDIONALE PETROLI
La Meridionale Petroli è una società appartenente al Gruppo Ludoil il cui deposito di Vibo Marina, ora sotto sequestro, ha una capacità di stoccaggio di oltre 29.000 metri cubi, con un turn around ben dodici volte superiore tale capacità, e garantisce oltre il 50% dei consumi petroliferi della regione Calabria. Sul sito della società si legge che il deposito è dotato di una pensilina di carico dal basso a mezzo autobotti di ultima generazione, con un sistema automatico a circuito chiuso per il recupero vapori (VRU). “Consistenti interventi di revamping svolti negli ultimi anni, come l’implementazione di un sistema di miscelazione, in ottemperanza alle normative per l’immissione in rete dei biocarburanti, rendono il deposito di Vibo Valentia tra i più efficienti e moderni del Paese”.
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