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VIBO VALENTIA – All’ospedale civile non accenna a fermarsi l’ormai lunga storia di aggressioni, verbali e fisiche, ai danni del personale del pronto soccorso. Aggressioni che, come stiamo per raccontare, hanno registrato nei giorni scorsi un pericoloso salto di gravità, visto che un utente ha proferito persino minacce di morte ai danni di un infermiere del triage. Un episodio gravissimo sul quale indagano i carabinieri ai quali è stata subito presentata una circostanziata denuncia. Giustificato, pertanto, l’allarme del Nursind, sindacato degli infermieri, che ha scritto due allarmate missive al commissario straordinario Battistini e al prefetto Grieco.
Il primo episodio, un’aggressione verbale con minacce di morte, è accaduto il 14 marzo scorso, nella postazione del triage. Secondo il racconto dell’infermiera I. M. che ha denunciato l’accaduto in una lettera alla direzione sanitaria e al direttore del pronto soccorso, «un paziente pretendeva di doversi sdraiare su un lettino di un’altra stanza (sala codici bianchi, esterna alla postazione) piuttosto che al triage, dove poteva essere valutato e osservato prima dell’entrata in sala visita». Di fronte al rifiuto dell’infermiera l’interessato avrebbe iniziato ad urlare, minacciandola in maniera esplicita: «Hai sbagliato la mia valutazione, non sono da codice 2. Se mi succede qualcosa non ti denuncio ma vengo ad ammazzarti direttamente fino a casa. Tanto se vado in galera non m’importa nulla, sono dializzato e con altri problemi di salute». Minacce esplicite, come si vede, riportate nero su bianco anche in una denuncia presentata ai carabinieri. Sono in corso indagini al fine di chiarire completamente l’accaduto.
Il giorno successivo nuovo episodio. Nel pomeriggio del 15 marzo in servizio al triage c’erano l’infermiere F. D. e l’Oss M. T. V. Secondo quanto da loro dichiarato per iscritto alla direzione sanitaria e al direttore del pronto soccorso, durante la registrazione e la presa in carico di una paziente l’infermiere ha invitato la figlia, che pare sia un’agente della polizia locale, ad accomodarsi fuori dal triage, per come da norma, ma l’interessata «pretendeva di entrare in sala visita con modi poco ortodossi e al di fuori del vivere civile». Di fronte al rifiuto ci sarebbe stata la pesante reazione della donna che avrebbe cercato di colpire l’infermiere. Il tempestivo intervento dell’Oss ha evitato il contatto fisico ma ad avere la peggio comunque è stata la stessa operatrice sociosanitaria che è stata aggredita fisicamente, strattonata a spinta sul bancone del triage. «Solo grazie all’intervento di un carabiniere fuori servizio si è evitato il peggio». All’Oss è stato riscontrato un trauma contusivo alla spalla e contusioni sull’intero arto.
Le vittime delle due aggressioni hanno chiesto pertanto all’azienda di «intraprendere azioni legali contro la responsabile dell’aggressione al fine di garantire la sicurezza degli operatori del pronto soccorso». Come si diceva all’inizio, tali episodi sono soltanto gli ultimi di una serie molto lunga di violenze verbali, e a volte anche fisiche, ai danni di medici, infermieri e Oss in servizio presso questa postazione strategica della sanità vibonese. Purtroppo, ogni volta è sempre la stessa storia: la stampa solleva il caso, il personale protesta, i sindacati denunciano e si rivolgono anche al prefetto, l’azienda convoca un tavolo e assicura misure atte a scoraggiare tali inqualificabili comportamenti. Fino all’aggressione successiva. E così al pronto soccorso il personale va avanti in un clima di paura, nel continuo timore di trovarsi di fronte alla reazione di qualche esagitato che non intende rispettare le regole.
«Così non si può certo andare avanti – confida un infermiere, testimone oculare di alcune passate aggressioni – Tanti colleghi mi hanno confidato che non vogliono più lavorare qui e stanno già pensando di trasferirsi». Con la carenza di personale che caratterizza lo Jazzolino questa sarebbe un’ulteriore tegola. Pioverebbe sul bagnato, insomma.
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Forse tutto questo succede,perche’ lamaggior parte sel personale del pronto soccorso (infermieri) trattano i pazienti con arroganza,esprimono giudizi sui codici campati in aria pensando di essere dotati di poteri paranormali nel valutare a colpo d’occhio il paziente e, alla minima contestazione ,chiedono immediatamente l’intervento delle forze dell’ordine. Chi sta male non va’ al pronto soccorso per perdere tempo,chiede soltanto un minimo di assistenza che potrebbe essere garantita con un pochino di umilta’ da parte del personale preposto.
Siamo stati in pronto soccorso con mia madre cardiopatica che è stata tenuta 4ore su di una sedia senza averla presa in carico ne una visita ne un attenzione basavano a parlare con amici e raccomandati stando alla legge un cardiopatico va visitato entro 15minuti .valutate voi se poi la gente gli alza le mani
Si dovrebbe trovare una soluzione per i pronto soccorsi che sono un incubo non solo a Vibo, a Catanzaro ho ricoverato mio marito in grave condizioni rimasto su una barella per 5 giorni senza che nessuno lo imboccasse per mangiare è morto all’ottavo giorno abbandonato in un letto solo con cure farmacologiche e non si consentiva a un familiare di assisterlo se non solo per pochi minuti senza avere nemmeno la possibilità di imboccarlo portato in dialisi nell’orario dei pasti il suo pranzo rimaneva incollato su un comodino e quando Mio marito ha chiesto a un infermiere di mettergli in posizione di comodo le cose da prendere dal comodino gli veniva risposto non sono il suo cameriere sono un infermiere “quel infermiere “si meritava un comportamento incivile da parte dei familiari nonostante questo abbiamo subito civilmente rispettando le regole anche se sono di comodo per gli operatori e per i sanitari che non avendo un familiare che assiste il proprio caro vede morire nell’inerzia e nell’abbandono totale un malato solo perché ha delle patologie, il sistema sanitario causa covid agevola gli operatori per poter stare a giocare con il telefonino incuranti delle sofferenze altrui con questo non voglio dire e né accuso tutti perché ci sono quelli che lavorano con umanità e comunque non accetto comportamenti in civili per un semplice pronto soccorso Ma la sanità deve cambiare deve vietare l’uso dei telefonini nell’orario di servizio Allora avrebbero più tempo per il loro lavoro , la gente è esasperata per le mille pecche che questo sistema provoca con ciò non giustifico certi comportamenti incivili come l’aggressione verbale fisica perché c’è anche gente nel sistema che lavora con abnegazione e umanità a loro va il mio elogio