Don Felice Palamara
3 minuti per la letturaNuova intimidazione ad un prete nel Vibonese, don Felice Palamara scopre candeggina nell’acqua e nel vino della messa
CESSANITI (VIBO VALENTIA) – Dopo avergli incendiato una macchina, dopo avergliene danneggiata un’altra, dopo avergli lasciato una lettera minatoria sul cruscotto della vettura, ieri pomeriggio hanno tentato di avvelenarlo inserendo della candeggina nelle ampolline dell’acqua e del vino. Qualcuno prima della celebrazione della messa nella chiesa di San Nicola di Pannaconi, frazione di Cessaniti, nel Vibonese, che doveva essere celebrata da don Felice Palamara, è entrato sicuramente in chiesa ed ha versato il liquido nelle ampolline.
La scoperta l’ha fatta lo stesso parroco, dopo aver consacrato acqua e vino. Nell’avvicinare il calice per bere, il sacerdote ha sentito uno strano odore che lo ha insospettito. Al quel punto, ha sospeso la messa facendo analizzare il liquido. Si è accertato in effetti che qualcuno ha cercato di fargli bere il vino consacrato con la candeggina. Un atto deprecabile ma anche violento nel suo significato. Inaccettabile ma anche terribile. Anche perché don Felice soffre di asma e cardiopatia e se avesse bevuto la sostanza avrebbe potuto incorrere in conseguenze fatali.
A qualcuno questo sacerdote non piace e lo sta dimostrando in mille modi. L’ultima intimidazione risale appena a due giorni, fa quando gli hanno trovare un gatto morto. Cosa o chi si nasconde dietro questi gesti non si sa ancora. Sulla vicenda indagano sia i Carabinieri che la Polizia. Cessaniti oggi è governata da un commissario prefettizio a causa delle dimissioni, nell’agosto 2023, del sindaco dopo che dall’operazione “Maestrale Carthago” erano emersi possibili condizionamenti mafiosi sull’amministrazione. Prima di colpire don felice Palamara era stato preso di mira anche don Francesco Pontoriero. E nelle settimane scorse era stata intimidita anche la Presidente dell’Associazione Crisalide (LEGGI).
CANDEGGINA NELL’ACQUA E NEL VINO DI UN PRETE NEL VIBONESE, IL SOSTEGNO DEL VESCOVO
Quasi istantanea la reazione del vescovo della Diocesi, Attilio Nostro. Vescovo che aveva già espresso vicinanza e solidarietà al parroco dopo le prime minacce. E lo aveva fatto concretamente andando a Pannaconi a concelebrare insieme al sacerdote intimidito per dare un segnale della vicinanza della Chiesa Locale. Anche ieri pomeriggio il presule è tornato a Pannaconi e subito dopo ha diramato una nota. «La Diocesi sta vivendo un momento di sofferenza a causa di vicende che nulla hanno a che fare con la normale vita cristiana delle parrocchie. Per questo, mi appello nuovamente alle comunità cristiane perché non si lascino scoraggiare da questo linguaggio di violenza. Non dobbiamo cedere a questa logica, facendoci tentare dallo sconforto e dalla rabbia. Non possiamo accettare questo linguaggio, non dobbiamo rispondere all’odio con odio, sapendo che non è possibile dialogare davvero con chi si rifiuta di farlo».
Mons. Nostro ha anche ringraziato «di cuore le forze dell’ordine per la professionalità con la quale ci stanno aiutando e sostenendo in questo momento umanamente difficile. Anch’io continuerò a garantire ai miei sacerdoti la mia costante presenza perché possano svolgere il proprio prezioso servizio in favore del Popolo di Dio».
In serata si è appreso che i Carabinieri hanno raccolto le immagini di alcune telecamere nei pressi della chiesa. L’obiettivo è individuare chi nella giornata di ieri, forse nella mattinata, è entrato in chiesa per attentare alla vita del parroco.
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