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VIBO VALENTIA – Non si è ancora spenta l’eco per la grave aggressione di Soriano, con le violenze, verbali e fisiche, nei confronti di una dottoressa di Guardia Medica e un infermiere del 118 – tra l’altro sindaco di Pizzoni – che si registra un nuovo episodio, avvenuto questa volta a Vibo città. Il tutto si è verificato nella notte tra venerdì e sabato quando alla sala operativa del Suem è giunta una chiamata di soccorso: un giovane di Mileto di 36 anni, avrebbe manifestato dei malesseri probabilmente dovuti all’assunzione di alcol. I sanitari sono quindi giunti in Vico Cerasarella – nel pieno centro storico del capoluogo – mentre sul posto vi erano già le forze dell’ordine.
Il personale ha preso in consegna il paziente che però, durante il tragitto verso l’ospedale, in base a quanto è stato possibile apprendere, avrebbe iniziato ad inveire verbalmente ed in modo volgare contro i sanitari fino a sferrare loro qualche schiaffo. Medico e infermiere del 118 si sono difesi cercando di evitare il peggio e di riportare, con non poca fatica, la calma fino a quando il mezzo non è arrivato alla postazione di Pronto soccorso di Vibo dove, a quel punto, è stata informata dell’aggressione la guardia della vigilanza privata la quale ha immediatamente fatto intervenire le forze dell’ordine e la situazione è tornata alla normalità.
Sta di fatto che neanche una settimana dai fatti di Soriano si registra un nuovo inquietante episodio di violenza ai danni di sanitari che continuano ad operare sempre più tra enormi rischi per la propria incolumità. Giovedì scorso il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha disposto una serie di pacchetti di sicurezza per garantire agli operatori di poter svolgere in serenità il proprio lavoro, con l’intensificazione dei passaggi presso le postazioni di guardia medica sparse per il territorio, collegamenti con le forze dell’ordine e incremento di una unità del posto fisso di polizia dell’ospedale che, però, la notte, resta sguarnito e dove ad operare vi è solo un agente della vigilanza privata (mentre un altro espleta il servizio all’interno del presidio). Troppo poco per fungere da deterrente visto che gli episodi più gravi si verificano spesso di notte e nei weekend.
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