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Giovane di Mileto sequestrato e pestato per estorcergli denaro, fermati a Vibo dai Carabinieri i tre presunti autori della violenza.

MILETO (VIBO VALENTIA) – «Doveva essere un’uscita galante ma si è trasformata in un incubo per un ragazzo della provincia di Vibo Valentia. Tutto è iniziato con una amicizia nata sui social a cui è seguito un incontro di persona. Poi l’invito a casa per proseguire la serata e qui la scoperta di essere in un a trappola».

A raccontare l’accaduto sono i carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia che sono intervenuti fin da subito prestando soccorso al giovane, residente a Mileto, vittima di una brutale aggressione a scopo di rapina.

Secondo quanto raccontano gli inquirenti il giovane si sarebbe recato all’appuntamento e «nell’appartamento si sarebbe trovato di fronte il figlio della donna che lo avrebbe stordito con un colpo di bastone alla nuca. Successivamente, con l’aiuto della madre, l’avrebbe legato ad una sedia, percosso ripetutamente e seviziato con un’arma da taglio che gli avrebbe procurato diversi tagli sul corpo. Lo scopo pare fosse quello di costringere la vittima a rivelare la password del bancomat e eventuali depositi di denaro contante presso la sua abitazione».

LE MINACCE, LA VIOLENZA E LA RAPINA AI DANNI DEL GIOVANE SEQUESTRATO E PESTATO A VIBO

Dopo alcune ore da incubo e «dietro la minaccia di mali sempre maggiori il giovane avrebbe ceduto. A questo punto – ricostruiscono i militari – sarebbe entrato in scena anche un altro soggetto che avrebbe accompagnato la donna prima presso l’abitazione del sequestrato dove sarebbero stati presi 2500 euro in contanti e poi presso una filiale bancaria di Vibo Valentia dove sarebbe stato fatto un prelievo di contante».

Soddisfatte le pretese del gruppo «il malcapitato sarebbe stato liberato dal terzetto e minacciato di non raccontare nulla dell’accaduto per evitare ritorsioni». A questo punto però entrano in gioco i carabinieri. Il giovane appena rilasciato ha incontrato una pattuglia in servizio notturno che notato il giovane si è fermata a prestare soccorso raccogliendo una dettagliata denuncia. I militari, coordinati dal Procuratore della Repubblica Camillo Falvo e dal sostituto titolare del procedimento, hanno verificato i fatti narrati trovando riscontri sia visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza disseminate nel territorio che monitorando i profili social dei presunti autori del sequestro di persona e della brutale aggressione.

Valutati gli elementi raccolti, e la loro gravità, la Procura ha emesso un decreto di fermo, già eseguito dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, nei confronti dei tre presunti autori che dovranno rispondere di sequestro di persona, porto di armi, rapina e lesioni con l’aggravante della crudeltà. Al momento i tre presunti autori delle condotte narrate sono in carcere mentre la parte offesa, a seguito delle lesioni riportate, fra cui la frattura del setto nasale, dovrà sostenere 45 giorni di riposo e cure prima di rimettersi in piena salute.

LA SOLIDARIETÀ DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MILETO

Sull’accaduto ha preso posizione anche l’amministrazione comunale di Mileto, guidata dal sindaco Salvatore Fortunato Giordano, con cui la vittima R. (meglio noto come L.) C. collabora da alcuni anni. «Ora che il fatto è di pubblico dominio – scrive il sindaco – rinnoviamo la solidarietà e vicinanza al nostro collaboratore L. C. vittima di una aggressione violenta e crudele».

Il primo cittadino condanna «fermamente l’approccio violento usato ingiustamente ai danni di un giovane serio ed educato che non meritava un trattamento violento di questo tipo. Condanniamo altresì – prosegue – la violenza come mezzo di risoluzione di controversie e ribadiamo la nostra più sincera vicinanza alla vittima e a tutti i suoi familiari, colpiti nella loro serenità da questo insano gesto che avrebbe potuto vere risvolti ben più gravi attese le modalità di esecuzione del disegno criminoso che ha dimostrato noncuranza e assoluto disprezzo per la persona umana».

In conclusione il sindaco esprime anche le congratulazioni alla «Procura e alle forze dell’ordine che hanno assicurato i responsabili alla giustizia».

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