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I carabinieri di Vibo Valentia hanno arrestato Salvatore Mancuso, con l’accusa del tentato omicidio del 10 febbraio a San Gregorio di Ippona
VIBO VALENTIA – Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia hanno arrestato il presunto autore del tentato omicidio di un uomo avvenuto a San Gregorio d’Ippona lo scorso 10 febbraio. Si tratta di Salvatore Mancuso 29 anni figlio di Peppe Mancuso, alias Mbrogghjia.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, per questioni legate ad una pregressa situazione debitoria della vittima, avrebbe attirato quest’ultima fuori dalla propria abitazione. Per farlo gli ha incendiato le due autovetture di proprietà parcheggiate nelle vicinanze per poi, dopo una breve conversazione, sparargli tre colpi di pistola da distanza molto ravvicinata. Solo la prontezza di riflessi della vittima, che è riuscita a spostare l’arma durante l’azione di fuoco, ha fatto sì che due colpi andassero a vuoto e solo uno lo colpisse alla gamba sinistra, cagionandogli ferite ritenute guaribili in almeno trenta giorni.
Le indagini condotte in modo serrato dagli inquirenti, in un clima di scarsa collaborazione e tentativi di fuorviare le investigazioni, hanno tuttavia consentito ai militari e alla Procura di addivenire all’identificazione del presunto autore. Salvatore Mancuso ora è in carcere a Vibo Valentia a disposizione della magistratura.
ARRESTO TENTATO OMICIDIO SAN GREGORIO, CHI È SALVATORE MANCUSO
Nel 2012 gli inquirenti hanno arrestato Salvatore Mancuso unitamente ad altra persona, Lorenzo Valia, per la rapina, avvenuta, nel dicembre del 2012 ai danni del conducente di un furgone ed effettuata attraverso l’uso di una pistola 7,65 rinvenuta con 5 proiettili. Nell’immediatezza dei fatti, Valia, contrariamente a Mancuso, aveva reso una confessione. Le dichiarazioni della persona offesa avevano poi consentito ai carabinieri di individuare i due giovani nella frazione San Marco di Cessaniti.
Ma, nell’ottobre del 2014, all’esito del successivo processo davanti al tribunale collegiale, Mancuso era stato assolto dalle accuse, mentre Valia aveva rimediato una condanna a due anni e otto mesi di reclusione. Per entrambi il pm aveva chiesto 5 anni e 800 euro di multa.
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