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VIBO VALENTIA – «Nonostante le nostre ripetute segnalazioni, né all’Asp né al Comune se ne danno alcun pensiero. E così i randagi sono sempre qui ad aggredire i passanti».
E’ letteralmente imbufalito Roberto Matera, ex infermiere con casa al quartiere S. Aloe, proprio di fronte al Parco archeologico. In verità questa è una definizione molto pretenziosa, visto lo stato in cui è lasciata per la maggior parte dell’anno, dell’area adiacente all’istituto comprensivo Murmura: di recente è stata un po’ ripulita ma abitualmente è sommersa da erbacce e rovi. Ma di questa perla vibonese (una delle tante, purtroppo…) vi parleremo, magari, in una prossima occasione.
La protesta del pensionato, l’ennesima per altro, muove da un episodio di cui è stato testimone oculare: «Ieri mattina, poco dopo le 7, ero in strada ed ho visto una giovane infermiera, appena uscita dal lavoro presso il vicino ospedale civile, che stava tornando a casa a piedi. A un certo punto sono sbucati alcuni cani randagi che, abbaiando e in preda ad evidente e minacciosa frenesia, le si sono avventati contro. A quel punto mi sono precipitato a darle aiuto e col carrello della spesa che avevo con me ho iniziato a colpirne alcuni sul muso fino a quando il gruppo non si è allontanato».
Non è la prima volta che accade, spiega il pensionato: «A quella poveretta è accaduto anche di sera, alla fine del turno di lavoro. Io stesso ormai quando esco di casa presto per andare al mercato mi difendo col carrello della spesa e riesco a passare». A suo dire, la presenza di tanti randagi verrebbe favorita «dai cosiddetti animalisti che, passando davanti al parco archeologico, lasciano dietro al cancello buste e vaschette di plastica con cibo di vario tipo. Intendiamoci, è giusto amare gli animali ma questo non deve mettere in pericolo l’incolumità delle persone».
Da qui la protesta innanzi tutto verso l’Azienda sanitaria, cui tocca il compito dell’accalappiamento: «Tutte le nostre segnalazioni non hanno avuto finora alcun esito. Così come orecchi da mercante hanno finora fatto in Comune. Il sindaco è il massimo responsabile dell’igiene pubblica sul territorio: perché allora non intima all’Asp di provvedere? Dobbiamo forse attendere che qualche passante venga sbranato?».
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