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VIBO VALENTIA – Lo hanno trovato impiccato ad un albero nelle campagne di Filandari. A fare la macabra scoperta è stato un amico della vittima questo pomeriggio.
Si chiamava Bruno Fuduli, 58 anni, ex collaboratore di giustizia della cui morte è stata informata anche la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Non sono chiare le motivazioni del gesto di colui il quale è stato un infiltrato del Ros in una delle operazioni antidroga più importanti della storia, l’operazione “Decollo”.
Fuduli, titolare di un’impresa per la lavorazione del marmo, da broker al servizio di due organizzazioni, quella di Natale Scali nel Reggino e del duo Vincenzo Barbieri e Francesco Ventrici nel Vibonese, ad un certo punto non sopportava più il ruolo impostogli per necessità, confidando tutto ad un alto ufficiale del Ros che, d’accordo con la Dda catanzarese e con il comando dell’Arma, gli affidò ai primi anni 2000 il compito di infiltrato, con il nome in codice “Sandro”, sulle rotte del narcotraffico intercontinentale.
Il 58enne, uomo abile e che parla benissimo lo spagnolo, era la persona giusta per scoprire le vie transoceaniche della cocaina, che arriva a quintali in Italia e altrove, individuando i responsabili ai vari livelli.
E infatti le sue informazioni porteranno a far scattare la maxi operazione antidroga in cui avvenne l’eclatante sequestro di cocaina nei blocchi di marmo al porto di Gioia Tauro. Le sue dichiarazioni furono ritenute attendibili dai giudici e portarono alla condanna di numerose persone.
Da infiltrato ad imputato, Fuduli era poi finito per essere coinvolto nei processi “Overloading” ed “Overing”, quest’ultimo del 2015, sempre per narcotraffico internazionale dal quale, tuttavia, uscì assolto in primo grado tre anni dopo. Nel corso del tempo ha più volte denunciato, anche con proteste eclatanti, di essere stato lasciato solo dallo Stato. Adesso la morte.
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