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La sede del Sistema Bibliotecario Vibonese

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VIBO VALENTIA – Scoppia definitivamente il caso Sistema Bibliotecario Vibonese. Non solo vi è un debito maturato che supera i 600mila euro per mancato pagamento di imposte ed altre spese, ma anche la rendicontazione degli ultimi tre anni. Un aspetto particolarmente grave se lo si accosta al fatto che oltre a questo non vi è traccia dei bilanci sempre dello stesso segmento temporale.

La deflagrazione, di quella che è stata per mesi una vera e propria bomba ad orologeria – tant’è che le avvisaglie c’erano state soprattutto qualche settimana addietro con le quasi contemporanee dimissioni del presidente e del neodirettore nominato appena 15 giorni prima, che avevano fatto capire come ben più di qualcosa non andasse –, è avvenuta per bocca dell’assessore alla Cultura del Comune di Vibo, Antonella Tripodi, e della dirigente Adriana Teti, che si sono soffermate in maniera molto particolareggiata sui rapporti tra palazzo Luigi Razza e Sistema Bibliotecario.

Non bisogna dimenticare che la Procura guidata da Camillo Falvo nei mesi scorsi ha aperto un fascicolo di indagine. Al vaglio degli investigatori sarebbero finite numerose pratiche, con l’obiettivo di fugare ogni ombra sulla gestione dell’Ente che da anni costituisce per la città ed il territorio una preziosa risorsa, considerato che è organizzatore del Festival “Leggere&Scrivere” e di altri eventi culturali.

Sistema Bibliotecario Vibonese, scoperchiato il “Vaso di Pandora”

Alle parole pronunciate dalla parte politica e dirigenziale dell’ente locale, tanto nei volti dei consiglieri di minoranza quanto in quelli dei colleghi di maggioranza, è stato facile quanto inevitabile scorgere espressioni di incredulità.

Intanto è stato reso noto che l’altro ieri si è svolta una conferenza con i sindaci della Provincia alla presenza dell’ex presidente Corrado L’Andolina che ha nuovamente evidenziato le criticità dell’ente di natura amministrativa, debitoria e contabile. Per quanto concerne il primo aspetto ha rimarcato una forte carenza di personale ed evidenziato la presenza di due volontari, entrambi senza essere mai stati remunerati, tanti che uno di questi ha intentato causa; ma i problemi maggiori attengono agli altri due aspetti: sotto quello debitorio, è stato rilevato come nel corso degli anni siano stati accumulati, tra mancato pagamento dei tributi, dei canoni di locazione e di altre tasse, debiti per 600mila euro, una quota dei quali spetta al Comune di Vibo anche se non è stata ancora quantificata l’esatta cifra; sotto quello contabile la situazione appare, addirittura, ancora più grave visto che è assente non solo la rendicontazione degli ultimi tre anni, ma anche la documentazione che attesta i bilanci dello stesso segmento temporale.

In più, la Regione ha richiesto la restituzione dei fondi a suo tempo assegnati al Sistema Bibliotecario Vibonese (che promuove il Festival Leggere&Scrivere) e non rendicontati (60mila euro circa).

«Accesso agli atti negato»

Palazzo Luigi Razza, per come ha asserito la Tripodi nel corso della IV commissione consiliare presieduta da Nino Roschetti, ha «più volte chiesto gli incartamenti e di essere edotto sulla situazione ma non ha mai avuto riscontri». E adesso la situazione è venuta alla luce provocando la scoperchiatura del vaso di Pandora. Le diffide dell’ente locale alla realtà bibliotecaria vibonese a fornire la documentazione risalgono addirittura a quattro anni addietro, «a quando era presidente del Sbv il sindaco di Monterosso, quindi nel 2019», anche se di questo la stessa Tripodi ha precisato di non avere conferme. Alla componente della Giunta ha fatto eco la dirigente Teti: «Abbiamo chiesto le carte ma ci sono state sempre negate».

Tuttavia, sia l’assessore che la Teti hanno voluto precisare l’assenza di responsabilità nella vicenda da parte del Comune che, di fatto, sarebbe parte lesa, anche perché «avanza soldi». È chiaro che a seguito di questo resoconto, i commenti nell’aula sono fioccati, soprattutto da parte della minoranza (in particolare Katia Franzé, Lorenza Scrugli, Loredana Pilegi e Giusy Colloca), ma anche dalla maggioranza è stata manifestata la necessità che si faccia chiarezza assoluta. «È importante capire la tempistica sui bilanci e la rendicontazione, mentre è importante quantificare la somma della restituzione dei fondi perché quello creerà problemi a tutti i Comuni che hanno sottoscritto la convenzione con il Sistema», è stato sostenuto dalla Franzé.

«Chi paga questi debiti da 600mila euro? I soggetti che amministravano il Sistema Bibliotecario Vibonese come potevano rendicontare senza presentare i bilanci? È stato detto che non rendicontavano. E come hanno potuto andare avanti?», ha aggiunto Antonio Schiavello. E mentre il presidente della Commissione ha parlato di «amministrazione scellerata», dalla minoranza è stata rilevata l’assenza di controlli: «Ma chi doveva svolgere le verifiche sulle attività dell’ente le ha fatte? C’è stata una disattenzione gravissima in tutta la vicenda che andrà a ricadere sul Comune di Vibo in quanto proprietario della struttura e quindi con l’obbligo di chiedere il pagamento dei tributi che a questo punto dubito avrà mai».

E anche sulle modalità di impiego e assunzione del personale sono stati posti rilievi: «Ma non si doveva assumere con concorso? Non ci sembra di aver mai visto dei bandi in tal senso. C’è chi si regge sui volontari, ma intanto non si può pensare di mantenere un polo bibliotecario solo con tali figure».

«Se c’è stata omissione è gravissimo»

Da qui, pertanto, la richiesta all’unanimità dei consiglieri di prendere innanzitutto visione della Convenzione tra il Sistema e il Comune di Vibo e dello Statuto «per capire se c’è qualcosa che non è stato esercitato e se vi sono state omissioni, perché se si arriva a questo punto estremo significa che c’è stato un mancato controllo», nonché della relazione dell’assessore all’Urbanistica, Pasquale Scalamogna, sui rapporti tra i due enti; in second’ordine è stata chiesta l’audizione dell’assessore al Bilancio, Maria Teresa Nardo, per resocontare sui rapporti economici tra Palazzo Razza e Palazzo Santa Chiara. Infine è stata avanzata richiesta anche sui soggetti che nel corso del tempo hanno gestito la struttura: dai direttori – per molti anni Gilberto Floriani che poi cedette l’incarico al figlio ma, com’è stato rilevato dal consigliere Stefano Luciano, in assenza di un concorso – e dei presidenti, vale a dire i vari sindaci del territorio.

Sistema Bibliotecario Vibonese: domande e risposte

Ma è chiaro che la domanda che tutti si sono posti ieri mattina è stata la seguente: come poteva un ente pubblico realizzare eventi, progetti e quant’altro senza avere un rendiconto finanziario e un bilancio? E le risposte non tardano ad arrivare: ecco perché adesso le dimissioni di L’Andolina e del direttore Scarcella sembrano apparire più chiare, ed ecco perché la Regione ha chiesto la restituzione dei fondi, ed ecco, infine, perché la Procura sta indagando da circa un anno.

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