IL comune di Soriano
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Soriano sciolto per mafia, ecco i perché: Le frequentazioni di Bartone
- 2 Le parentele del vicesindaco
- 3 Soriano sciolto per mafia: La posizione dell’assessore Primerano
- 4 Appalti pubblici
- 5 Soriano sciolto per mafia: il matrimonio.
- 6 La presenza del sindaco di Vibo e del presidente della Provincia al comitato ordine e sicurezza
SORIANO – Lo scorso 15 giugno «in considerazione dei pressanti condizionamenti della criminalità organizzata, che compromettono il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale», il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, ha deliberato che il Consiglio comunale di Soriano venisse sciolto per infiltrazioni della mafia (in questo caso, ovviamente, si intende la ‘ndrangheta).
Le relazioni di Viminale e Prefettura di Vibo Valentia, che spiegano i motivi che hanno portato al decreto di scioglimento, sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale.
Soriano sciolto per mafia, ecco i perché: Le frequentazioni di Bartone
Dai documenti ufficiali, emergerebbero, a grandi linee, frequentazioni che l’ex sindaco, Vincenzo Bartone, medico di tre centri, avrebbe avuto con alcuni soggetti controindicati; viene spiegato che l’ex primo cittadino, nel corso della sua attività politica, ed in epoca anche antecedente alle politiche del 2019, si sarebbe avvantaggiato del rapporto instaurato con soggetti controindicati, ritenuti dagli inquirenti, vicini ad esponenti del locale di ’ndrangheta di Ariola di Gerocarne.
Le risultanze investigative riportano una serie di episodi annotati dai carabinieri e, tra questi, diversi incontri – avvenuti in luoghi pubblici quali bar e un campo da calcetto – più altri che, secondo la relazione, si sarebbero svolti in alcune abitazioni. Quanto a quest’ultima circostanza, nello specifico, si fa riferimento all’abitazione dell’ex sindaco, attigua all’ambulatorio dello stesso, dove sarebbe stato trovato in compagnia di una persona controindicata, spiegata – sempre secondo quanto emerge dalla relazione – da una possibile visita medica in relazione a sintomi febbrili.
I soggetti ritenuti controindicati sono stati notati, sempre dal personale dell’Arma, prendere parte ai festeggiamenti per la vittoria elettorale alle Comunali del 2019.
Le parentele del vicesindaco
Un altro passo del documento a firma della titolare dell’Utg attiene alle parentele del vicesindaco Salvatore Inzillo e dell’assessore Maria Teresa Primerano. Per quanto concerne il primo, viene messo nero su bianco come questi sia nipote acquisito di una persona «esponente della Locale di Ariola», uccisa nel 2008 (anche se la relazione non spiega se i due fossero in rapporti), a sua volta fratello di un ex consigliere di maggioranza nell’ultima amministrazione, dimissionario qualche mese fa.
Sempre il vicesindaco viene indicato come nipote – anche in questa circostanza acquisito e non è spiegato se i due fossero in rapporti – di un altro soggetto arrestato nel 1999 nell’ambito di una operazione antimafia della Dda, del quale, tuttavia, l’ex sindaco Vincenzo Bartone, nel corso dell’audizione in Prefettura, ha precisato che, per quanto a sua conoscenza, questa persona controindicata non ha appoggiato la sua lista e, di conseguenza il vicesindaco, indicato quale nipote della persona arrestata nel 1999 nell’operazione “Batteria” contro il clan Mancuso, per come riporta una nota della relazione, e che il soggetto, ex sorvegliato speciale, indicato come vicino al clan Mancuso, sarebbe invece stato vicino ad un ex amministratore.
Inoltre, sempre l’ex sorvegliato speciale indicato quale zio dell’ex vicesindaco di Soriano – risulta essere uno stretto familiare di un’attuale consigliera comunale di Vibo Valentia che al tempo stesso è anche consigliera provinciale.
Sempre nell’ambito delle parentele, il vicesindaco viene indicato quale cugino acquisito di due persone, una considerata affiliata al locale di ‘ndrangheta di Ariola, l’altra invece arrestata il 19 ottobre del 2020. La relazione, sul punto, non riporta alcuna frequentazione del politico con entrambi i soggetti, uno dei quali aveva un fratello candidato nella lista rivale a quella di Vincenzo Bartone nelle ultime elezioni comunali.
Soriano sciolto per mafia: La posizione dell’assessore Primerano
Per quanto concerne, poi, l’assessore Primerano, il prefetto evidenzia la parentela con due soggetti affiliati, sempre al clan di Ariola, oltre ad essere cognata di un esponente di una consorteria operante a Vibo Valentia, quest’ultimo, stando alle parentele, sarebbe anche nipote di un ex candidato consigliere nella lista opposta a quella di Vincenzo Bartone.
Il marito dell’assessore, invece, “avvisato orale di pubblica sicurezza” (anch’egli nipote dell’ex candidato consigliere della lista opposta) sarebbe stato poi assunto, ad elezioni concluse – questo è quanto riporta la relazione – nella ditta affidataria da parte del Comune di Soriano, del servizio di raccolta dei rifiuti.
Ad ogni modo, secondo quanto emerge da una delibera di Giunta datata 11 giugno 2019, quindi a neanche due settimane dall’esito elettorale, l’ente ha dato mandato al responsabile del Servizio tecnico di attivare tutte le procedure finalizzate al recupero delle somme relative alla vendita di alcuni immobili, avvenuta nel 2014, durante la precedente amministrazione, in quanto erano emersi dei mancati pagamenti: nello specifico alla ditta che – secondo quanto riporta la relazione della Prefettura – avrebbe assunto il coniuge dell’assessore Primerano.
Ditta alla quale veniva imputata la mancata corresponsione di una somma residua di 5mila euro afferente ad un unico capannone. Da quel momento, l’amministrazione guidata da Vincenzo Bartone ha avviato un contenzioso con la ditta, la quale aveva vinto l’appalto al Comune di Soriano già con la precedente amministrazione. Alla scadenza dello stesso, il Comune ha indetto una nuova procedura che ha visto vincere un’altra impresa la quale, tuttavia, successivamente si è vista revocare il servizio a seguito di un contenzioso instaurato dal Comune che, a quel punto, non ha potuto fare altro che dare l’incarico all’azienda della quale fa menzione la Prefettura, arrivata seconda in graduatoria.
Tuttavia, tra i dipendenti della ditta in questione (già vincitrice dell’appalto per la raccolta dei rifiuti durante l’amministrazione precedente a quella di Vincenzo Bartone) fino a pochi anni fa vi era anche il padre di una candidata consigliera alle ultime comunali nella lista avversaria a quella di Vincenzo Bartone. Sempre nella stessa ditta, inoltre, risulta ad oggi assunto il cognato dell’ex candidata consigliera in questione .
Appalti pubblici
Altro passaggio sul quale si è focalizzato il prefetto Roberta Lulli afferisce «all’opacità di alcune procedure di aggiudicazioni di appalti di lavori di varia tipologia in favore di soggetti riferibili ad ambienti controindicati».
Soriano sciolto per mafia: il matrimonio.
Trova spazio nella relazione anche la vicenda del matrimonio della figlia dell’ex sindaco, celebrato in Sicilia, al quale avrebbero preso parte una serie di soggetti ritenuti attigui a contesti criminali. Tra gli invitati figurava anche l’attuale Sottosegretario al Sud, Dalila Nesci.
La presenza del sindaco di Vibo e del presidente della Provincia al comitato ordine e sicurezza
Infine appare piuttosto inusuale la presenza del sindaco di Vibo, Maria Limardo, e del presidente della Provincia, Salvatore Solano, alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica indetta dal prefetto di Vibo Roberta Lulli per permettere ai due amministratori di esprimersi sulla situazione del Comune di Soriano Calabro, e quindi sull’ipotesi che potesse essere sciolto per mafia, dove Solano e la Limardo, «prendendo atto delle risultanze della commissione d’accesso, non hanno espresso rilievi rispetto alla prospettata ipotesi dell’esistenza di condizionamenti criminali sull’amministrazione civica di Soriano».
Da notare che sul Comune di Vibo Valentia è in corso, dall’ottobre del 2019, un’inchiesta della Guardia di Finanza – coordinata dalla Dda di Catanzaro – che mira a far luce sull’attività amministrativa che abbraccia, seppur in modo residuale, anche parte dell’esperienza Limardo (pur focalizzandosi maggiormente sull’esecutivo precedente dal quale sono transitati nell’attuale maggioranza diversi consiglieri).
Inoltre nel Consiglio comunale di Vibo è presente una figura che risulta essere cognata dello stesso soggetto, indicato nella relazione dello scioglimento del Comune di Soriano come zio del vicesindaco Inzillo, ex sorvegliato speciale e tratto in arresto nel luglio del 1999 unitamente ad esponenti e affiliati al clan Mancuso di Limbadi per associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose.
È altresì noto che il presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano, si trova sotto processo nell’inchiesta “Petrolmafie” con le accuse di turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa, estorsione elettorale e corruzione.
Nei giorni scorsi, inoltre, il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, aveva chiesto ripetutamente al prefetto l’invio delle Commissione di accesso agli atti alla Provincia di Vibo e al comune di Tropea.
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