Un momento della fiaccolata
2 minuti per la letturaChiesa sotto attacco nel vibonese, a Cessaniti un corteo silenzioso di cittadini, istituzioni e associazioni a difesa di vescovo e parroci
CESSANITI – La comunità di Cessaniti, con un corteo si stringe ai suoi parroci e al vescovo, vittime di una mano invisibile che ha turbato la loro tranquillità e quella dei paesi di cui sono pastori.
Don Felice Palamara, parroco di Pannaconi, ha subito un tentativo di avvelenamento: ignoti hanno versato della candeggina nelle ampolle del vino e dell’acqua utilizzate durante la messa. E don Francesco Pontoriero, destinatario di una lettera minatoria, non sono soli.
Come non è solo il vescovo della diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera, monsignor Attilio Nostro che nella cassetta della posta della Curia ha trovato il bossolo di un proiettile.
La gente di questo piccolo paese, sito alle porte del capoluogo Vibo Valentia, è scesa in piazza a manifestare solidarietà e vicinanza ai rappresentanti della Chiesa, presi di mira da ignoti e vigliacchi balordi.
Un corteo silenzioso e ordinato è partito da piazza Marconi, all’uscita della chiesa di San Basilio. Ei è snodato lungo le vie principali del paese prima di fare ritorno in piazza.
Un serpentone luminoso con tante candele accese, per mantenere accesa la speranza di un territorio troppo spesso lasciato nella morsa dei soprusi e delle prevaricazioni. Insomma, una fiaccolata silenziosa di solidarietà. Arriva anche il vescovo mons. Attilio Nostro: il tempo di dialogare brevemente, tra gli altri, con l’arcivescovo di Cosenza Giovanni Checchinato, prima di salire su un’auto della polizia insieme al questore Cristiano Tatarelli e lasciare Cessaniti prima che il corteo iniziasse. La manifestazione è stata promossa da un comitato spontaneo di cittadini. Presenti numerose autorità politiche e istituzionali del territorio, forze dell’ordine e associazioni.
«Sono molto emozionata per la grande partecipazione dei cittadini a questa iniziativa». A dichiararlo, la presidente dell’associazione Crisalide Romina Candela, anche lei, tra l’altro, destinataria di una lettera minatoria. «Mi ha fatto piacere, poi, la presenza di tanti sindaci. Nel contempo sono delusa da quello che è successo. Vogliamo dire basta a queste intimidazioni e cattiverie».
Per il presidente della Provincia Corrado L’Andolina «i tanti sindaci che hanno ritenuto opportuno di partecipare a questo corteo rappresenta un segnale positivo. E’ necessario tenere alta la guardia e continuare a promuovere la cultura della legalità e quelli che sono i nostri valori. Che non coincidono certamente con quanto successo negli ultimi giorni. Bisogna continuare a credere nei valori della fede, io sono cristiano, e nella forza delle istituzioni».
Infine, Maria Joel Conocchiella, esponente dell’associazione “Libera” : «Una comunità in cammino, al fianco della sua Chiesa e che condanna, in maniera determinata e forte, gli atti deprecabili che hanno colpito tutti noi. Non indietreggeremo neanche di un millimetro. Rispondiamo all’odio e alla violenza con il sentirci ed essere comunità. Il nostro è un messaggio di speranza».
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Sono Calabrese anch’io e vivo a Palermo,ma quasi ogni anno vado nella mia Cessaniti #la mia terra# dalla mia gente,dai miei amici e parenti che mi mancano tanto…
Ho notato un leggero cambiamento ma troppo poco per debellare questa indifferenza tra la gente del posto…mi chiedo il perché di tanta cattiveria in una piccola comunità dove si dovrebbe vivere serenamente,invece arrivano minacce gratuite ai due Don del paese!
Convertitevi e chiedete scusa a tutta la comunità!