X
<
>

La sede della Biblioteca calabrese

Share
4 minuti per la lettura

SORIANO (VIBO VALENTIA) – Nubi dense, nerissime, si vanno addensando sulla Biblioteca Calabrese. Nuvole che discendono da polemiche spicciole, di natura persino personale, che rischiano d’immiserire l’immagine di questo primario presidio culturale, vanto del Vibonese e della Calabria, noto anche all’estero. Feroci polemiche, divampate durante e all’indomani del recente voto amministrativo (il Comune è proprietario della sede), hanno portato ad un fatto clamoroso: la direttrice della Biblioteca, l’archeologa Maria Teresa Iannelli, si è oggi praticamente barricata nei locali e, a quanto ha dichiarato al Quotidiano, ci resterà fino a quando la situazione non si sarà chiarita e normalizzata. L’interessata ha anche chiamato i carabinieri ai quali ha sporto denuncia contro il neo sindaco Tonino De Nardo.

Ma andiamo con ordine. La sede della Biblioteca calabrese è tuttora chiusa al pubblico per la mancanza di un adeguato sistema antincendio. A poterci entrare regolarmente sono, naturalmente, il presidente Ceravolo e la direttrice Iannelli, insieme ad un gruppo di giovani studenti che stanno portando a termine la digitalizzazione dei circa 40 mila volumi, documenti e stampe, tutti centrati sulla Calabria (si tratta infatti di una biblioteca monotematica), che ne costituiscono il prezioso patrimonio. Stando al racconto della Iannelli, questa mattina si sono presentati in sede due incaricati del Comune che le hanno chiesto di consegnare le chiavi perché si doveva procedere al cambio della serratura “per una maggiore tutela e sicurezza dei volumi e documenti ivi conservati”, come recitava una lettera recapitata nell’immediatezza alla Iannelli. Secondo l’amministrazione, in sostanza, sarebbero entrate in Biblioteca persone non autorizzate, sottintendendo con l’approvazione della direttrice. A dire di alcuni, il riferimento è all’ex sindaco Francesco Bartone, socio fondatore dell’Istituto e presidente fino a qualche mese addietro, quando decise di correre nuovamente per la poltrona di sindaco. Il fatto che egli conservi ancora le chiavi della sede, con la possibilità di entrare a suo piacimento, è cosa che evidentemente non va giù alla nuova amministrazione. Va ricordato infatti che Bartone è uscito sconfitto dalla campagna elettorale che ha largamente premiato De Nardo e che è stata caratterizzata da polemiche anche molto aspre. Secondo molti, quanto sta accadendo è, appunto, conseguenza diretta di quelle polemiche e di alcuni altri recentissimi screzi, che hanno coinvolto anche il presidente Ceravolo, dovuti, così sembra, alla sostituzione di alcuni membri del comitato di gestione. Ceravolo infatti pare punti su due persone che invece la Iannelli ed alcuni altri dirigenti ritengono del tutto estranee alla biblioteca, anzi contrarie, e vorrebbero far rientrare proprio Bartone.

Come che sia, gli screzi sono confermati indirettamente dalla stessa Iannelli: «Il presidente, da me subito informato di quanto stava avvenendo, mi ha risposto che era fuori sede e che non poteva darmi alcun aiuto, nemmeno psicologico». La direttrice comunque ha opposto un netto rifiuto alla richiesta degli addetti comunali: «Nessun soggetto è entrato impropriamente nella sede e comunque la Biblioteca è un’istituzione autonoma, non dipende dal Comune, quindi non potete decidere di cambiare la serratura. Io per altro devo consultare il presidente e il consiglio d’amministrazione». Ha inoltre ribadito che sarebbe rimasta lì a presidiare la sede. Apriti cielo: poco dopo, insieme ad alcuni assessori, è arrivato il sindaco che (è sempre il suo racconto) «si è messo a gridare contro di me, lanciandomi anche degli avvertimenti sibillini. Mi ha detto che io ho fatto politica, che lui al riguardo sa tante cose… Una vera e propria, quanto grave, aggressione verbale che mi ha indotto a chiamare i carabinieri. A loro ho comunicato la mia intenzione di restare qui, presentando nel contempo una denuncia contro il sindaco. Di tutto ho informato i nostri avvocati».

Se dunque il Comune cambierà la serratura la Iannelli resterà barricata nella sede finché le acque non si calmeranno. «Pensavamo che la Biblioteca calabrese fosse al di sopra delle beghe contingenti della politica locale – conclude amareggiata la studiosa – Per alcuni evidentemente così non è. Non vogliono capire che la cultura è di tutti i cittadini e un presidio così prezioso non può essere oggetto di ricatto o di violenza. Siamo gente di cultura e dobbiamo respingere gli atti intimidatori e di violenza. L’auspicio è che prevalga il buon senso anche se, stando all’accaduto, queste persone di buon senso ne hanno finora dimostrato ben poco». Fin qui il racconto della Iannelli. Una vicenda che, comunque stiano le cose, non può non destare amarezza e preoccupazione.

All’interessata è subito giunta, via Fb, la solidarietà dello storico vibonese Antonio Montesanti che ha parlato di «grave esempio di violenza e di sopraffazione a cui non si può che opporsi anche se con spirito e comportamenti civili». Abbiamo cercato, doverosamente, di contattare il sindaco De Nardo ma non è stato possibile. Ci riproveremo.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE