Gratteri durante la conferenza stampa a Vibo Valentia
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – «Oggi è un giorno importante perché riteniamo di essere riusciti a risolvere non solo il caso dell’autobomba ma di aver inferto un duro colpo alla presenza mafiosa su una parte del territorio di Limbadi».
A riferirlo stamani in conferenza stampa il procuratore capo della Dda, Nicola Gratteri in relazione ai sei fermi messi a segno nell’ambito dell’operazione Demetra per l’omicidio di Matteo Vinci (LEGGI LA NOTIZIA DEI FERMI).
Il magistrato ha rilevato come il corpo del fermo di oggi non riguardi la sola «la lite tra due famiglie per un fazzoletto di terra, ma contenga passaggi che fanno riferimento all’esternazione del potere di una parte dei Mancuso sul territorio. Chi ha agito non ha voluto avere avere il possesso di un cancello o di un ettaro di terra ma affermare il proprio dominio su quell’area; nel caso di specie, questa famiglia di ‘ndrangheta, non essendo proprietaria del territorio delle vittime voleva comunque pretenderne il possesso. Insomma, ogni cosa doveva essere sua. E le cause civili avevano come unico obiettivo solo quello di dare parvenza di legalità».
Gratteri ha ribadito che si è trattato di un «omicidio (LEGGI LA NOTIZIA) commesso con modalità spettacolari allo scopo di mandare un messaggio di terrore alla collettività la quale, però, non deve stare al gioco e al giogo di queste dinastie mafiose. Penso che sia la volta buona che la gente possa ribellarsi, adesso o mai più. Noi abbiamo costruito squadra vincente, ora tocca ai cittadini iniziare a denunciare convintamente, anche perché nel Vibonese operano tre sostituti procuratori e polizia giudiziaria di qualità, con investigatori tra i migliori investigatori e infatti e i risultati, nell’ultimo anno, si stanno vedendo. Questo ci conforta tantissimo e ci conferma il livello qualitativo degli uomini che operano al servizio dello Stato».
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Riferendosi, infine, alle esternazioni dell’avvocato Giuseppe De Pace, legale della famiglia Vinci-Scarpulla, con le quali rilevava l’abbandono da parte delle istituzioni (LEGGI LA NOTIZIA), Gratteri ha detto: «In appena tre mesi è stata chiusa un indagine delicata. Le indagini sono una cosa seria, ci sono tempi e modi per arrivare ad un epilogo come quello odierno».
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