VIBO VALENTIA – Dopo la rivelazione che il direttore della Fondazione Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime, padre Michele Cordiano, ha favorito l’assegnazione di una fornitura di calcestruzzo ad una ditta suggerita dal boss Pantaleone Mancuso (LEGGI) una seconda tegola cade sulle opere della Fondazione ispirata dalla mistica Natuzza Evolo. Qualcuno, sui fondi destinati alla costruzione del monumentale complesso religioso e assistenziale ispirato da Natuzza, avrebbe fatto la cresta. No, la ‘ndrangheta no: per stessa ammissione del padre spirituale dell’amata mistica, quella, la ‘ndrangheta, ci avrebbe messo solo il calcestruzzo in cambio di una «tutela ambientale». La cresta, così, l’avrebbero fatta altri.
Ovviamente la figura di Natuzza Evolo è completamente estranea a quanto riportato, il tutto, infatti, riguarda solo gli aspetti materiali dell’attività della Fondazione Cuore Immacolato di Maria.
Stavolta non ci sono verbali, parlano le intercettazioni.
Una soprattutto lascia più di un interrogativo: «Oh Franco, questi rubano!». Franco – identificato dai carabinieri del Ros in Francesco Barbieri, nato a Cessaniti ma residente a Milano – è un dirigente della Carige in pensione, imprenditore nel settore assicurativo, immobiliare e dell’energia rinnovabile.
Nel pomeriggio del 7 ottobre 2011 si recava in casa di un vecchio amico, il boss Pantaleone Mancuso alias “Vetrinetta”, dove l’élite dell’Arma aveva sistemato un orecchio indiscreto. Sotto quella cimice, Barbieri raccontava dello stupore della sua seconda moglie, Silvia, quando tempo prima fu invitata dalla Lombardia a Paravati, principale frazione di Mileto: «Un anno – raccontava l’ospite di casa Mancuso – avevano chiesto a Silvia di guardare tutte le carte a Natuzza…».
Diede un’occhiata e si fece un’idea, poi esclamò: «Oh Franco, questi rubano!». Silvia – riconosciuta dagli inquirenti in Silvana Frigerio, nata a Cantù ma residente a Montecarlo – è socia di un’azienda immobiliare e sarebbe stata, secondo il racconto del marito, una donna in carriera dalle vaste conoscenze nei salotti milanesi.