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Il gip di Vibo ha disposto gli arresti domiciliari per Antonio Pannace, accusato del ferimento avvenuto il 28 settembre scorso a San Gregorio d’Ippona. “Non ti uccido perché mi spiace per i tuoi figli” avrebbe detto alla vittima dopo averle sparato


VIBO VALENTIA – Non sussistente il reato di tentato omicidio in lesioni e concessione degli arresti domiciliari. Questa la decisione assunta dal giudice per le indagini preliminari di Vibo, Roberta Ricotta, all’esito dell’udienza di convalida del fermo di indiziato di delitto a carico di Antonio Pannace, 59 anni, di San Gregorio d’Ippona, presunto autore del ferimento di Giuseppe Meddis, avvenuto la sera del 28 settembre scorso nella villa del paese.
Il magistrato, dopo 3 ore di camera di consiglio, ha convalidato il provvedimento cautelare, ma ha applicato la misura degli arresti domiciliari solo per il capo 2, vale a dire l’accusa di porto di arma da sparo, escludendo qualsiasi misura per il capo 1, ovverosia il tentato omicidio.

Il pubblico ministero Barnabei aveva, invece, chiesto la custodia cautelare in carcere ravvisando tutte le esigenze di cautela. Pannace si era costituito presso il comando provinciale dei carabinieri, accompagnato dal proprio legale di fiducia, l’avvocato Diego Brancia, dopo alcuni giorni di irreperibilità, il pomeriggio dell’8 ottobre scorso. La difesa aveva chiesto la concessione della misura gradata degli arresti domiciliari opponendosi alla custodia in carcere escludendo la ricorrenza dell’ipotesi del tentato omicidio in danno di Meddis. Argomentazioni che, come visto, hanno trovato il conforto delle determinazioni del giudice Ricotta che ha mandato agli arresti domiciliari l’indagato 59enne, già noto alle forze dell’ordine.”

SPARATORIA A SAN GREGORIO: L’INDAGATO AL FERITO: “NON TI UCCIDO PERCHÉ MI DISPIACE PER I TUOI FIGLI”

Nell’ordinanza di 8 pagine del magistrato si ricostruiscono tutte le fasi della vicenda. Meddis, sentito dai militari, raccontava che qualche ora prima del ferimento aveva avuto una discussione con Gregorio Pannace per motivi legati ad un sinistro stradale avvenuto tra altri soggetti, legati ad entrambi da vincoli di parentela e che dopo un acceso diverbio si era allontanato con la sua auto. Quest’ultimo, successivamente, mentre transitava nei pressi dell’abitazione di Antonio Pannace, zio di Gregorio, si è accorto che questi cercava di attirare la sua attenzione suonando il clacson e pertanto aveva fermato la corsa dirigendosi verso l’uomo il quale, sceso anch’egli dal proprio mezzo, teneva in mano una pistola alla cui vista Meddis avrebbe cercato di allontanarsi avvertendo prima il suono di quattro/cinque colpi riconducibili e subito dopo un forte dolore alla gamba destra tanto da riversarsi sull’asfalto.

Pannace avrebbe raggiunto il ferito puntandogli l’arma al volto esclamando: “Non ti uccido solo perché mi dispiace per i tuoi figli”, dileguandosi poi a bordo della propria auto, mentre sul posto giungevano diversi soggetti, tra cui la moglie di Pannace  che, senza prestare soccorso a Meddis gli avrebbe inveito contro. Subito dopo sono giunti anche la moglie della vittima e il fratello per il trasporto in ospedale a Vibo Valentia.

Al presunto autore del ferimento si è risaliti dalle immagini delle telecamere visionate dai carabinieri di San Gregorio e Vibo che hanno consentito di riscontrare in maniera puntuale la versione dei fatti fornita dalla vittima. In sede di interrogatorio, il 59enne ha rilasciato dichiarazioni spontanee  precisando che non era sua intenzione uccidere  ma solamente colpire il rivale alle gambe, aggiungendo di aver nascosto la pistola  all’interno del contatore Enel nei pressi del terreno sito a San Gregorio d’Ippona in località “Caccio”.

IL GIP DI VIBO: “PANNACE IMPREVEDIBILE MA NON VOLEVA UCCIDERE”

Per il gip, però, l’indagato non era animato da volontà omicidiaria. Difatti, dalle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza emerge come l’indagato  abbia immediatamente sparato dei colpi in direzione delle gambe della parte offesa e, quando quest’ultima cadeva a terra, abbassare l’arma e dirigersi verso di lui senza esplodere ulteriori colpi verso la sua direzione. Inoltre, la circostanza che l’aggressione sia stata realizzata in pochi minuti, non consente di ritenere che Pannace abbia inizialmente avuto la volontà di uccidere Meddis per poi desistere nel momento in cui riusciva a colpirlo e ad immobilizzarlo.

Il magistrato, nel disporre gli arresti domiciliari, ha tuttavia evidenziato “il concreto ed elevato pericolo che l’indagato, se libero, commetta altri delitti della specie di quello per il quale si procede è allarmante in quanto lo stesso ha già dimostrato, con i suoi comportamenti, di essere del tutto imprevedibile e privo di autocontrollo”.

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