L'area di via Pellicano sequestrata a suo tempo dai carabinieri su mandato della Procura
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Fissata l’udienza preliminare per l’ex dirigente del Comune di Vibo, Adriana Teti, gli ex vertici dell’azienda Dusty che si occupava della raccolta dei rifiuti, indagati con le accuse a vario titolo di frode, truffa e omissione nell’inchiesta di Procura e Carabinieri
VIBO VALENTIA – L’inchiesta relativa ai rifiuti ammassati in un’area in centro a Vibo risale tra il 2017 e il 2018 e proprio per questo era uscita dai radar della cronaca giudiziaria vibonese ma adesso vi è tornata prepotentemente con la fissazione dell’udienza preliminare per i quattro indagati, accusati a vario titolo di frode nelle pubbliche forniture, truffa e omissione: si tratta dell’ex dirigente del Comune capoluogo, Adriana Teti, 67 anni, di Vibo (al tempo a capo del Settore rifiuti), degli amministratori delegati protempore della società “Dusty”, Maria Rosa Pezzino De Geronimo, 74 anni, di Catania, Gianfranco Federico, 58 anni, di Crotone, e Davide Carmelo Golino, 55 anni, di Catania. Gli ultimi tre sono accusati di frode nelle pubbliche forniture; la De Girolamo e Golino anche di truffa mentre per la Teti la contestazione mossa è omissione.
A SETTEMBRE DAVANTI AL GUP
I quattro indagati nell’inchiesta sui rifiuti della Procura di Vibo dovranno quindi comparire davanti al gup di Vibo Roberta Ricotta il prossimo 24 settembre alle ore 10 per l’udienza preliminare. Sono assistiti dagli avvocati Antonino Lupoi (De Geronimo e Golino), Paolo Pisani (Federico) e Sonia Lampasi (Teti). Parte offesa il Comune di Vibo Valentia che sarà assistito verosimilmente dall’avvocato Mariastella Paolì. A differenza di adesso, nella prima fase dell’indagine figurava anche Alfonso Colaci, funzionario di Palazzo Razza che aveva ricoperto l’incarico di direttore per l’esecuzione del contratto con la “Dusty” (dimessosi dopo un’altra inchiesta sull’immondizia sui disservizi registrati nell’agosto 2017 e sui termini dell’appalto vinto dalla stessa società per l’espletamento del servizio di raccolta dei rifiuti nel territorio comunale) ma erano rimasti esclusi la De Geronimo e Federico.
L’OGGETTO DELL’INCHIESTA SUI RIFIUTI A VIBO
L’indagine ha come oggetto lo scempio venutosi a creare presso l’isola ecologica di Via Pellicano in breve tempo – complici le sofferenze del settore a quel tempo (si era in piena emergenza rifiuti) – trasformatasi in una mini discarica a cielo aperto nella quale i cittadini – ormai esasperati per un servizio che procedeva a singhiozzo – abbandonavano la spazzatura in abbondanza. Questo fino a quando i militari dell’Arma, il cui presidio è praticamente attaccato all’area, avevano proceduto al sequestro del sito stesso, avviando, di fatto, gli accertamenti investigativi che avevano visto agire il reparto ad essi deputato: il Nucleo operativo ecologico che il 21 dicembre 2018 aveva deferito la Teti, Colaci e Golino.
INCHIESTA SUI RIFIUTI A VIBO: LE ACCUSE MOSSE AGLI INDAGATI DELLA DUSTY
Nello specifico, per i tre dirigenti della “Dusty” l’accusa è frode in quanto gli stessi, eseguendo in maniera parziale, difforme gli obblighi derivanti dal Contratto d’appalto del servizio di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani e servizi complementari del Comune di Vibo, stipulato tra le parti, non avrebbero adempiuto correttamente alle disposizioni previste, omettendo completamente in alcuni casi di svolgere intere parti del contratto, in particolare la relazione tecnica. Così facendo avrebbero portato ad una carenza (o assenza) di servizi inerenti la raccolta differenziata quali ad esempio l’assenza di vigilanza ambientale e dell’allestimento del centro di riuso, la mancata attivazione dell’isola ecologica, la deficitaria pulizia delle spiagge e il mancato avvio del servizio di videosorveglianza.
Sempre per la De Geronimo e Golino l’accusa di truffa in quanto, attraverso “artifizi e raggiri avrebbero fatto apparire come rispettate le clausole del contratto d’appalto garantendosi l’incasso mensile di 278mila euro da cui venivano decurtati dal Responsabile unico del procedimento 16mila euro in applicazione di penalità per astensione dal lavoro dei dipendenti nelle giornale del 20 e 21 luglio 2018”.
LE CONTESTAZIONI ALL’EX DIRIGENTE DEL COMUNE
Infine, per l’ex dirigente Teti (in pensione a marzo di quest’anno) l’accusa di omissione in quanto, in funzione di Rup sul contratto d’appalto, in presenza di “irregolarità nell’esecuzione del contratto, applicando indebitamente il regime delle “compensazioni” tra premialità (crediti non ancora maturati, ndr) e penalità, avrebbe violato il capitolato speciale che prevedeva che le prime sarebbero state corrisposte in un’unica soluzione alla scadenza di ogni anno di servizio, omettendo di attivare la procedura di risoluzione del rapporto prevista da uno specifico articolo del contratto stesso.
IL COMUNE DI VIBO PARTE CIVILE ANCHE CONTRO LA SUA EX DIPENDENTE
Certamente, l’aspetto più singolare della vicenda, è l’annuncio di costituzione di parte civile del Comune nei confronti non solo dei tre amministratori delegati della Dusty ma anche dell’ex dirigente di Palazzo Razza. Nei giorni scorsi, infatti, la Giunta ha deliberato in tal senso accogliendo, di fatto, una direttiva emessa dall’assessore agli Affari Generali-Legali e al Personale, Marco Talarico circa, appunto, la costituzione in giudizio dell’Ente nei procedimenti penali, anche ordinari e quindi non solo di criminalità organizzata, in cui lo questi risulti persona offesa. In particolare si fa riferimento alle inchieste sfociate (o in procinto di farlo) in dibattimento avente ad oggetto anche reati in materia urbanistica.
Per quanto concerne la costituzione di parte civile del Comune contro i suoi stessi dipendenti nelle cause giudiziarie ordinarie (non quindi legate alla criminalità organizzata dove anche la passata amministrazione Limardo aveva operato in tal senso nei confronti del personale di palazzo Razza imputato in Rinascita-Scott) si tratta di una novità a seguito dell’impulso impresso dall’assessore Talarico, dettato dalla necessità di avviare azioni di tutela nei confronti dell’ente.
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