Gilberto Floriani
INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Il “Sistema Floriani” e gli affidamenti “illegittimi” ai figli
- 2 La convenzione con E-Campus e fatture per 250mila euro
- 3 La corsia preferenziale
- 4 La direzione artistica gratuita sulla carta e la richiesta di 40mila euro
- 5 “Appropriazione illecita da 230mila euro”
- 6 Il “sistema” Floriani: “Possono reiterare il reato”
Affidamenti “illegittimi”, corsie preferenziali per i figli e compensi anche 5 volte maggiori rispetto agli altri lavoratori, il “sistema” Floriani al Sistema Bibliotecario Vibonese
VIBO VALENTIA – SE si scava tra le carte dell’indagine che ha portato all’arresto per peculato dell’ex direttore dell’Sbv, Gilberto Floriani, dell’allora direttore amministrativo Valentina Amaddeo (sospesa dall’incarico di dipendente del Comune di Vibo dov’è stata assunta di recente), e ad indagare a piede libero i tre figli del primo, emerge chiaramente il cosiddetto “Sistema Floriani”. Un sistema finalizzato, secondo la Procura di Vibo – che ha coordinato l’indagine di Gdf e Polizia Municipale del comune capoluogo – a destinare i finanziamenti ai componenti del proprio nucleo familiare che avrebbero avuto una corsia preferenziale rispetto agli altri dipendenti con compensi anche di cinque volte superiori a parità di incarichi e di ore.
Il “Sistema Floriani” e gli affidamenti “illegittimi” ai figli
Gli accertamenti hanno intanto consentito di evidenziare come Emilio Floriani, uno dei figli di Gilberto, sia stato titolare di aziende di servizi che hanno fatturato prestazioni al Sbv rispettivamente 20.500 euro, 16.600 euro negli anni compresi tra il 2020 e il 2022. Affidamenti ritenuti dal gip illegittimi oltre che “palese conflitto di interessi e divengono ancora più anomali se si considera che, per quanto attiene all’altro figlio, Giuseppe Floriani, rappresentano le uniche prestazioni rese in assoluto con la propria azienda”.
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In più, sempre in relazione alla posizione dell’indagato, il gip nel rilevare come questi, nonostante con la propria partita Iva, abbia intrattenuto rapporti anche con altri soggetti”, precisa che si tratta “sempre di fatture emesse ad altro componente della famiglia Floriani, infatti l’ulteriore e quasi esclusivo cliente di Emilio, risulta essere la società Formazione Hipponion Srl di cui è rappresentante legale il fratello Gabriele” che ha quale attività la gestione di corsi di formazione e corsi di aggiornamento professionale ed ha solamente due clienti: la Università Telematica E-Campus e il Consorzio Universitario Nazionale che risultano collegate tra loro in quanto la E-Campus è comproprietaria del consorzio unitamente alla Scuola Radio Elettra.
La convenzione con E-Campus e fatture per 250mila euro
Altro dato “singolare” sottolineato dal magistrato è che la E-Campus ha sottoscritto con il Sbv una convenzione proprio in prossimità della collaborazione con la Formazione Hipponion che le ha emesso fatture per prestazioni riferite agli anni 2019, 2020, 2021 e 2022 per un importo complessivo di oltre 250mila euro”. E altrettanto singolare sarebbe la circostanza che tale convenzione risulti sottoscritta per l’ente culturale da Valentina Amaddeo, che si ritiene aver operato “proprio al fine di celare gli interessi di Gilberto Floriani e aggirare tutte le incompatibilità che avrebbe avuto lo stesso nell’affidare incarichi direttamente ai propri figli e/o ad aziende ad essi riconducibili”, e per la E-Campus da Rosa Maria Altomonte, rappresentante legale pro-tempore della Srl Formazione Hipponion, che il 13 settembre 2021 aveva ceduto le quote sociali di quest’ultima società proprio in favore di Gabriele Floriani.
La corsia preferenziale
I figli, si sa, “so piezz ’e core” e quindi era naturare ritenere che vi fosse “una sorta di “corsia preferenziale” di Gilberto per i propri nel pagamento delle prestazioni. Lo dicono le carte dell’indagine – specificatamente le determine di affidamento di incarico – dalle quali emerge in modo “inequivocabile che a parità di tipologia di incarico (collaboratore) durata e modalità di esecuzione (25 giorni), veniva attribuito ai fratelli Floriani un compenso quasi doppio rispetto agli altri”. Tant’è che il confronto che gli investigatori fanno sulle determine per l’incarico di “collaboratore” per il “Festival Leggere e Scrivere del 2019” è impietoso: le somme variano da 1.000 euro a 5.000, con quest’ultima percepita da Emilio mentre l’altro fratello Giuseppe ne ha presi 4.750.
La direzione artistica gratuita sulla carta e la richiesta di 40mila euro
Altro episodio sul “sistema Floriani” è quello in cui la Amaddeo ha disposto l’incarico per Gilberto di direttore Artistico del Festival Leggere & Scrivere del 2019. Ma anziché prestare la sua opera in maniera gratuita e volontaria in quanto si era già si era assunto l’onere della direzione artistica di tutto l’ente, avrebbe avanzato una richiesta di compenso pari a 40mila euro, pari a 50 euro l’ora.
“La vicenda – scrive il gip Maiorana – già di per sé “anomala”, assume contorni ancor più pregnanti dal punto di vista investigativo”. Poiché, tra i documenti rinvenuti nella stessa cartella, vi è «ulteriore lettera di incarico, del 6 settembre 2019 con la quale la Amaddeo conferiva l’incarico di Direttore Artistico ed organizzativo a Maria Teresa Marzano (non indagata nell’inchiesta) impegnandosi a retribuire tale prestazione con un compenso pari a 20mila euro. Tale vicenda – commenta ancora il magistrato – conferma ancor di più che la gestione del Sbv è stata sempre finalizzata a favorire Gilberto Floriani che, anche in questa circostanza, con il compiacente e complice concorso di Valentina Amaddeo prima e del proprio figlio Emilio poi, ha beneficiato di consistenti somme di denaro pubblico per prestazioni che avrebbe dovuto effettuare sotto forma di volontariato».
“Appropriazione illecita da 230mila euro”
Gli investigatori, barcamenandosi nelle difficoltà di assenza di documentazione, sono comunque riusciti a ricostruire l’entità di denaro pubblico che gli indagati si sarebbero illecitamente appropriati. Per Gilberto la somma complessiva è stata di 87.204,41 euro, mentre i suoi figli hanno rispettivamente ed illecitamente percepito 8.100,00 (Gabriele), 70.147,08 (Giuseppe) e 64.648,73 (Emilio), per un totale di 230.100,22 euro, quale profitto del reato in contestazione. Ai due arrestati, inoltre, è attribuita la responsabilità delle “numerose anomalie ed irregolarità riscontrate nella gestione amministrativo-contabile del Sbv. Nell’assenza di documentazione contenente giustificativi di spesa a fronte dei numerosi esborsi effettuati in favore Gilberto e dei figli, nell’assenza di controlli sui bilanci preventivi e consuntivi dell’attività gestoria dell’ente. Anomalie ed irregolarità tutte evidenziate nella copiosa e dettagliata Documentazione allegata alla Cnr, rinvenuta presso il Sistema, la Regione Calabria ed altri enti collegati, nonché reperita mediante la consultazione delle banche dati a disposizione della polizia giudiziaria”.
Il “sistema” Floriani: “Possono reiterare il reato”
E in tema di esigenze cautelari, il gip si rifà alla richiesta della Procura: “Concreto ed attuale pericolo che gli indagati Gilberto Floriani e Valentina Amaddeo, reiterino nella condotta criminosa, anche portandola a conseguenze ulteriori. Le modalità e le circostanze dei fatti delittuosi ricostruiti, la tranquillità con cui hanno operato, assolutamente suggestiva del convincimento di poter gestire la cosa pubblica come cosa propria con una sistematica violazione delle regole e dei principi che disciplinano l’agire degli amministratori pubblici non lasciano dubbi sulla manifesta pericolosità sociale di chi è sottoposto ad indagini, certamente tale da rendere assai probabile la commissione di delitti della stessa specie di quello per cui si procede; gli indagati”. Parole alle quali il giudice aggiunge che i due indagati potrebbero anche “accentuare le loro condotte antigiuridiche nella loro consistenza ed offensività in conseguenza dell’impunità finora goduta”.
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