X
<
>

Il sindaco Pino Marasco

Share
2 minuti per la lettura

“Il fatto non sussiste”: il sindaco di Nicotera Marasco e l’ex dirigente tecnico Ciampa sono assolti dall’accusa di omissione di atti d’ufficio.


NICOTERA (VIBO VALENTIA)– “Perché il fatto non sussiste”. Questa la formula con cui il tribunale di Vibo ha fatto assolto il sindaco Pino Marasco e l’allora responsabile dell’Ufficio tecnico, Carmelo Ciampa. Accolte quindi le richieste avanzate dagli avvocati Antonio Caruso, legale del primo cittadino della città Medmea, e della collega Daniela Garisto, difensore del dirigente municipale nei coi confronti l’ufficio di Procura aveva chiesto rispettivamente l’assoluzione e la condanna ad una anno (pena sospesa).

La vicenda traeva origine da una denuncia per “omissione di atti d’ufficio” presentata dal gruppo di minoranza “MoVivento”. La denuncia era in riferimento ad una ordinanza per il divieto dell’uso dell’acqua, secondo i denuncianti, arrivata in ritardo. I fatti contestati risalivano al 2020. La circostanza, secondo quanto si rilevava nella denuncia aveva «creato un grave ed incredibile ritardo tra l’accertamento del superamento dei limiti di legge stabiliti ai fini del giudizio di potabilità e il successivo alla popolazione con l’inibizione dell’acqua delle due fontane pubbliche per altro largamente usate dalla popolazione (non solo di Nicotera) per l’approvvigionamento dell’acqua da bere e da consumo, permanendo bassa la qualità di quella erogata dalla rete comunale».

LA QUERELA DEL GRUPPO DI MINORANZA “MOVIMENTO”

Nell’atto di querela si evidenziava inoltre che dalle analisi depositate agli atti del Comune, la “Delvit Chimica”, aveva proceduto, il 23 settembre 2020, ad effettuare i prelievi. Tra gli altri, delle acque erogate dalle fontane pubbliche nella località “ex lavatoio” della frazione Comerconi e incrocio strada provinciale Frazione Preitoni. Il 30 settembre sarebbe stato reso noto il risultato delle analisi da cui si evidenziava la “non conformità” per la presenza «di coliformi in misura superiore al limite di legge».
E ancora. «Secondo la data riportata dalla missiva, in quello stesso giorno sarebbe stato comunicato al Comune di Nicotera l’esito delle analisi. E, il giudizio di non potabilità dell’acqua delle due fontane in questione». Il condizionale era d’obbligo perché la missiva della “Devit Chimica” del 30 settembre 2020 sarebbe risultata «acquisita al Protocollo del Comune il 26 novembre successivo».
L’ordinanza sindacale 172 di divieto dell’uso dell’acqua di quelle fonti sarebbe stata «adottata solo a distanza di un’altra settimana, il 3 dicembre 2020. A due mesi e dieci giorni dei prelievi effettuati; e nel frattempo di quell’acqua s’era fatto il consueto e largo uso», aveva denunciato la minoranza. Accuse che, come visto, non hanno retto al vaglio del giudice che ha mandato assolti sia Marasco che Ciampa.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE