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Francescantonio Tedesco

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L’imputato Franco Tedesco a sostegno a Mangialavori alle Politiche 2018 confessa di aver chiesto voti al presunto boss di Filadelfia, Anello


VIBO VALENTIA – «ALLE elezioni politiche del 2018 ho sostenuto Giuseppe Mangialavori, ho chiesto i voti a tutti, dalla cassiera del supermercato al macellaio, a tutti, a chi potevo, anche perché venivamo da un periodo di crisi tra me e lui, avevamo litigato, sempre per questioni futili, di politica, e non ci rivolgevamo la parola da anni. Ho chiesto il voto pure alla moglie di Anello Rocco, alla figlia e al genero».

Sono le ammissioni rese in udienza da Francescantonio Tedesco, tra i principali imputati al processo “Imponimento” che si sta celebrando nell’aula bunker della fondazione Terina al tribunale collegiale lametino presieduto dal giudice Angelina Silvestri (a latere Maria Giulia Conti e Gianmarco Angelini). Tedesco, già consigliere comunale di Vibo, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito il clan Anello-Fruci di Filadelfia, guidato proprio da Rocco. L’imputato ha replicato ad una serie di domande poste proprio dal presidente del Collegio sull’attuale deputato di Forza Italia, cui si erano aggiunte quelle dell’avvocato Enzo Belvedere (legale, insieme al collega Stefano Luciano, di Tedesco), mentre nessuna è stata avanzata dal pm della Dda, Romano Gallo. Da ricordare che Mangialavori non è né imputato né indagato nel processo in questione.

«Con Giuseppe Mangialavori – ha aggiunto parlando dei rapporti con il parlamentare – sono amico di infanzia, con lui ho condiviso molta parte della mia vita, sia goliardica e quant’altro. Eravamo proprio legatissimi, fratelli, ma ancora di più, e ancora prima, ero molto legato al padre, il dottore Niuccio, che per me, nel momento in cui è morto mio papà, è stato come un padre. Con Peppe poi siamo cresciuti, vivevamo insieme, andavo a casa sua. È un rapporto storico».

TEDESCO E LE DICHIARAZIONI SUI VOTI PER MANGIALAVORI CHIESTI AGLI ANELLO

Un’altra domanda posta dal presidente del Tribunale è stata se in occasione delle elezioni politiche nel 2018, gli imputati quali ad esempio Giovanni Anello piuttosto che Anello Rocco, si fossero rivolti all’imputato: «No, – ha replicato – Giovanni Anello l’ho incontrato una sola volta. Lo conoscevo di nome perché lui era consigliere comunale e assessore a Polia e io ero consigliere comunale a Vibo. Di persona l’ho conosciuto, invece, un’unica volta sul cantiere al resort “Galia” ma a lui non ho mai chiesto i voti anche perché non avevo un rapporto tale da poterlo fare e né lui li ha chiesti a me».

La raccolta dei voti. La raccolta di voti a favore del deputato vibonese forzista, come detto, ha visto Tedesco adoperarsi attivamente, chiedendo «aiuto a Caridà», il capo del cantiere di costruzione dell’Eurospin a San Pietro a Maida e ricordare di essere stato contattato una sera dall’imprenditore Prestanicola, il quale «mi diceva che era stato invitato ad una riunione politica a Sant’Onofrio alla quale io però non partecipai ma gli dissi: “Guarda, se vedi a Peppe, ti avvicini e diglielo che sei mio amico, anzi digli pure che te l’ho chiesto io”, e lo stesso l’ho fatto con Caridà che era molto amico, era amico di un mio amico.
E quindi gli ho detto: “Sicuramente te l’avrà chiesto pure lui, ma tu digli che te l’ho chiesto io”, perché a me interessava in quel periodo riappacificare questo rapporto con Mangialavori e volevo che lui capisse che io lo stessi aiutando e che non l’avevo abbandonato».

ANELLO NON AVREBBE DIMOSTRATO INTERESSE PER LA POLITICA

E tra le persone a cui Tedesco ha chiesto il voto vi è anche la famiglia Anello, specificatamente «la moglie, la figlia e il genero; l’ho chiesto io il voto, perché con Rocco Anello abbiamo parlato di tutto sul cantiere, confidandoci del più e del meno. Per me era una persona con la quale condividevo tutto sul cantiere, era il mio mentore in sul lavoro. Io stavo là otto ore al giorno e con lui, le volte che veniva, si parlava di tutto, si chiacchierava, c’era convivialità, ma, le ripeto, era un’impresa».

E Anello, per come riferisce l’imputato, non avrebbe mostrato interesse per la politica: «Diceva che a lui non interessa, che è una cosa sporca, se non ci si litiga con uno lo si fa con un altro, e poi nient’altro, mi ha sempre detto che lui di politica non si fa… Formalmente non gli ho mai chiesto il voto però di fatto era pure superfluo che io lo facessi perché lui mi rispondeva, a prescindere da tutto, già di “no”, che la politica non gli interessava”, ha affermato Tedesco salvo poi specificare a domanda dell’avvocato Belvedere (lei l’ha chiesto?) che: “Sì, indirettamente, forse”, per poi precisare: “La risposta è stata “no” perché non gliene fregava».

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