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Il Tribunale di Vibo Valentia

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Processo “Maestrale”: astensione di due giudici del Tribunale Collegiale; la richiesta era stata avanzata dalla Dda di Catanzaro e da una parte degli avvocati. Adesso la parola passa al presidente del Tribunale di Vibo


Si è aperto con una novità sostanziale il processo con rito ordinario “Maestrale” che vede imputate 188 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, droga ed altro ancora. Due dei tre giudici del Tribunale collegiale si sono, infatti, astenuti.

LA RICHIESTA DI ASTENSIONE DEI GIUDICI AL PROCESSO “MAESTRALE”

Era stata la pubblica accusa, nelle persone del procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, e dei sostituti Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Irene Crea, ad avanzare, in mattinata, la richiesta. Una richiesta – già depositata in corte di Appello – di astensione dalla celebrazione del dibattimento nei confronti della presidente Tiziana Macrì e del giudice a latere Giulia Conti, per incompatibilità funzionale. In quanto la prima ha esercitato nella fase di indagine, funzione di gip di tutti e tre i tronconi autorizzando attività intercettiva, sulla posizione di Costantino Gaudioso, stralciata da Rinascita-Scott e riunita al presente procedimento che è il frutto di tre inchieste condensate in una unica dall’Ufficio di Procura distrettuale antimafia; poi su quella di Francesco La Rosa.
Incompatibilità da pregiudizio poi per Giulia Conti in ordine al giudizio espresso come componente del Collegio (insieme alla Macrì) nei confronti di Zuliani e Francesco Barbieri. Imputati sia a Catanzaro che a Vibo, e il cui processo nei confronti del primo si è concluso con una assoluzione, mentre il secondo è presente in nel procedimento “Maestrale”.

VERSO IL DIBATTIMENTO CON DUE NUOVI GIUDICI O UNA RICUSAZIONE

Sulla richiesta di astensione, il Tribunale ha deciso di ritirarsi in camera di consiglio per sciogliere la decisione che è stata comunicata in serata, dopo una camera di consiglio di circa 7 ore. Ovviamente, la prima udienza – celebratasi in un’aula bunker affollata oltre ogni limite – è terminata intorno alle 11 e adesso il dibattimento potrebbe riprendere con due nuovi giudici. Sempre che il presidente del Tribunale, Antonio Erminio Di Matteo non rigetti l’astensione. Ma in quest’ultimo caso, quasi sicuramente, si aprirà la strada ad una ricusazione dei due giudici.

ALLA RICHIESTA DELLA DDA ANCHE QUELLA DLLE PARTI CIVILI

Alla richiesta della Dda si erano associate le parti civili e anche il difensore di Pantaleone Mancuso, 8/61, l’avvocato Paride Scinica il quale ha rilevato che nell’ambito del processo “Imperium” nell’autorizzare la richiesta della Procura di intercettazione su Paolo Mercurio, la Macrì ha espresso “un giudizio di gravità indiziaria su reati contestati a Pantalone Mancuso; mentre nel processo “Olimpo” nel convalidare un decreto intercettivo su Francesco La Rosa, ha espresso un giudizio di gravità indiziaria sui reati contestati a Luigi Mancuso”.
Inoltre, il Pm Capomolla ha chiesto che almeno queste prime udienze, visto l’alto afflusso di persone, possano svolgersi nell’aula bunker di Lamezia. Richiesta che ha visto gli avvocati divisi tra favorevoli e contrari, con il tribunale che, vista la richiesta di astensione pendente, non ha potuto prendere decisione al riguardo, rinviandola all’udienza del 20 marzo.


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