Giovanni Macrì
2 minuti per la letturaAccusato di omissione di atti d’ufficio nel periodo della pandemia, assolto il sindaco di Tropea Nino Macrì, la questione riguardava la mancata emissione di ordinanze per Covid
TROPEA – Assoluzione per il sindaco Nino Macrì. A deciderla il Tribunale di Vibo che ha fatto cadere l’accusa di omissione di atti d’ufficio in relazione alla mancata emissione di ordinanze contingibili ed urgenti di quarantena per Covid nel periodo marzo–aprile 2020. Il procedimento penale era originato dalla segnalazione effettuata dai carabinieri della Stazione di Tropea nella quale si sosteneva che il primo cittadino, per ogni segnalazione dell’Asp, che prescriveva al soggetto positivo al Covid (ovvero quello che aveva avuto contatti diretti con il positivo) di rimanere in quarantena presso il proprio domicilio, avrebbe dovuto emanare altrettante ordinanze contingibili ed urgenti.
L’amministratore locale, tramite il proprio difensore, l’avvocato Guido Siciliano, aveva depositato una corposa memoria nella quale si evidenziava che tali atti in materia di sanità e limitative della libertà, potevano essere legittimamente emanati quando vi erano problematiche sanitarie a “carattere esclusivamente locale” e che certamente la pandemia da Covid non rientrava in questa categoria.
ORDINANZA COVID, ASSOLTO IL SINDACO DI TROPEA NINO MACRÌ
Ed ancora, ha sostenuto che, essendo il potere di ordinanza extra ordinem, non poteva intervenire nel momento in cui lo Stato aveva emanato tutta una serie di decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, all’epoca Conte. Decreti che, tra l’altro, vietavano ai sindaci, per l’appunto, di far ricorso a questo strumento. In ultimo, sempre secondo la tesi difensiva, l’ordinanza sarebbe stata una “inutile duplicazione delle direttive già impartite al cittadino direttamente dall’Asp che procedeva al relativo controllo ed al sostegno medico. Controllo effettuato dal Comune di Tropea attraverso i propri Vigili Urbani, immediatamente notiziati dei provvedimenti di quarantena notificati dall’Asp di Vibo Valentia”.
Ciò nonostante, per Macrì il gup aveva disposto il rinvio a giudizio davanti al Tribunale collegiale di Vibo Valentia per la celebrazione del processo. Alla prima udienza all’apertura del dibattimento il però lo stesso pubblico ministero ha chiesto il proscioglimento del sindaco per non aver commesso il fatto. Il Tribunale, dopo gli interventi delle parti per le conclusioni (entrambi hanno chiesto una sentenza di assoluzione) ha emesso il verdetto che ha scagionato il primo cittadino per non aver commesso il fatto, con motivazione contestuale.
Compiacimento è stato, quindi, espresso dall’avvocato Guido Siciliano per le conclusioni cui è giunto il Tribunale. Così come viva soddisfazione è stata espressa dal sindaco Macrì (anch’egli avvocato). “Viene ancora una volta certificato dalla Magistratura la bontà del nostro operato, improntato a legalità e trasparenza e teso esclusivamente al bene dell’Ente. Tra l’altro, nel periodo Covid, ma in tutta la mia consiliatura in verità, vi è sempre stato un coordinamento continuo con gli organi sovracomunali (Prefetto, Azienda Sanitaria Provinciale, Presidente della Regione) nella gestione dell’attività amministrativa del Comune di Tropea”.
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