Il procuratore Gratteri durante la conferenza stampa dell'operazione Maestrale 2
3 minuti per la letturaL’Asp vibonese in mano ai clan di ‘ndrangheta di Limbadi, Vibo e Mileto i dettagli del secondo step dell’operazione Maestrale-Carthago
VIBO VALENTIA – La naturale prosecuzione dell’operazione di metà maggio scorso. E anche in questo caso i numeri e i nomi coinvolti sono imponenti. È l’inchiesta “Maestrale 2” scattata ieri mattina nella provincia di Vibo Valentia e nel territorio nazionale.
L’operazione, condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia con il supporto del Reparto Crimini Violenti del ROS, ha registrato la partecipazione di oltre 600 uomini della Legione Calabria e dei comandi territorialmente competenti, dei Carabinieri “Cacciatori” di Calabria, del Nucleo Cinofili e dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia.
MAESTRALE CARTHAGO 2, 84 PROVVEDIMENTI CAUTELARI NEL VIBONESE CONTRO I CLAN E NON SOLO
Le forze dell’ordine, coordinate dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale, nei confronti di 84 soggetti (29 in carcere, 52 ai domiciliari e 3 dell’obbligo di presentazione alla P.G.), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e altri reati, tutti aggravati dal “metodo mafioso”.
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Questi in aggiunta ai 61 fermati lo scorso 10 maggio in esecuzione di decreto emesso dalla Dda di Catanzaro, mentre sono 170 gli indagati complessivi nell’indagine.
Le indagini, in particolare, hanno consentito di ricostruire le dinamiche, i collegamenti e gli interessi imprenditoriali delle consorterie mafiose nella provincia vibonese, particolarmente attive nel settore estorsioni, attraverso intimidazioni e danneggiamenti ai danni di aziende edili, imprese ed esercizi commerciali operanti nel settore turistico – alberghiero della “Costa dei Dei” e dei trasporti marittimi per le isole Eolie.
LE INDAGINI DELLA PROCURA SULL’ASP E GLI ENTI LOCALI
Le investigazioni coordinate dalla Procura hanno messo in evidenzia le cointeressenze, gli accordi corruttivi e i forti legami della criminalità organizzata con esponenti del mondo politico e della pubblica amministrazione. Evidenziando, tra l’altro, il completo asservimento dell’Asp di Vibo Valentia alle consorterie mafiose di Mileto, Limbadi e Vibo Valentia. Grazie anche a funzionari e dirigenti medici compiacenti, per ipotesi corruttive e scambio elettorale politico mafioso. Alcuni medici dell’Asp, alcuni dei quali non più in servizio, sono stati colpiti dal provvedimento. Ma anche forti infiltrazioni della Criminalità organizzata nel comune di Zungri e di Briatico per favorire persone compiacenti nell’assegnazione di posti messi a concorso.
Sono state inoltre ricostruite le condotte di alcuni avvocati, ritenute integranti ipotesi di reato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nel settore dell’accoglienza dei migranti e per concorso esterno in associazione mafiosa con numerose strutture mafiose della provincia.
Inoltre, con il supporto del Reparto Crimini Violenti del Ros e grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, è stato possibile far luce sull’omicidio di Maria Chindamo, uccisa a Limbadi il 6 maggio 2016.
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Nel provvedimento gli inquirenti hanno contestato a 4 indagati l’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, commesso a Mileto il 19 agosto 2013, il cui movente è riconducibile ad una rappresaglia per vendicare l’omicidio di Mesiano Giuseppe, elemento di spicco della locale di Mileto perpetrato nello stesso centro il 17 luglio 2013.
Nel corso dell’attività i militari operanti, oltre ad avere individuato un bunker in Briatico, utilizzato quale nascondiglio per sottrarsi alle operazioni di ricerca e cattura condotte dalle forze di polizia. hanno anche rinvenuto e sequestrato un fucile Ak-47 kalashnikov, un revolver, oltre 350 munizioni di vario calibro e la somma di 86.500 euro in contanti.
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