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Cesare Pasqua beccato da Le Iene per la vicenda della nomina della nuora

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VIBO VALENTIA – Cesare Pasqua, ex direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Vibo, ex consigliere comunale e candidato sindaco del capoluogo di provincia, pur “non essendo stabilmente inserito nel sodalizio criminale”, è accusato di aver fornito un “concreto, specifico, e consapevole contributo allo stesso, quale medico ufficiale di riferimento dell’organizzazione criminale nell’Asp di Vibo”.

Segnatamente, si sarebbe “messo a disposizione delle Locali di ’ndrangheta di Limbadi e San Gregorio d’Ippona, rispettivamente guidate dalle famiglie Mancuso e Fiarè, e delle ulteriori articolazioni ad esse collegate, asservendo, mediante l’abuso e mercimonio della funzione pubblica ricoperta, la struttura pubblica alle esigenze dell’organizzazione, consentendo alla criminalità organizzata vibonese di infiltrarsi negli affari di proprio interesse, intervenendo in favore del sodalizio in occasione di problematiche burocratiche sorte nell’ambito di procedure amministrative di competenza dell’Asp, ovvero di controlli e/o sequestri amministrativi posti in essere nei confronti di imprese di interesse delle cosche”.

In questo modo, secondo la Dda, Pasqua avrebbe favorito “il complessivo sodalizio, ciò anche con riferimento allo specifico settore della gestione del ristoro ospedaliero per i nosocomi di Vibo Valentia, Tropea e Serra San Bruno, nel cui ambito l’indagato riconosceva il ruolo di Gregorio Coscarella, adeguando la propria azione amministrativa agli equilibri mafiosi da quest’ultimo garantiti, anche ostacolando imprenditori del settore non riconducibili al ‘sistema’ spartitorio realizzato dal Coscarella, oppure, al contrario, agevolando quegli imprenditori che godevano del suo benestare, come nell’occasione in cui favoriva illecitamente l’affidamento del servizio di mensa ospedaliera dei nosocomi ricadenti nella competenza dell’ASP di Vibo Valentia all’azienda dell’imprenditore Domenico Colloca, quest’ultimo associato alla `ndrina di Paravati e a disposizione del capo `ndrina Michele Galati, solo a seguito della interlocuzione con Coscarella che si determinava in tal senso”.

In tutto questo, Pasqua avrebbe ottenuto in cambio “protezione mafiosa per la risoluzione di problemi e, in occasione di competizioni elettorali che vedevano candidato il figlio Vincenzo, l’appoggio elettorale, in favore di questi, delle cosche di `ndrangheta da lui agevolate”.

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