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Giancarlo Pittelli mentre si reca in tribunale a Vibo Valentia

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Nuova importante produzione documentale della Dda riguardante l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli depositata nel processo Rinascita Scott

SONO esplosive le produzioni documentali della Dda di Catanzaro per le quali è stata chiesta l’acquisizione al processo Rinascita-Scott e riguardano nello specifico la posizione di Giancarlo Pittelli.

Oltre al verbale del collaboratore Maurizio Cortese, anche ulteriori circostanze investigative come quella del deposito, il 2 dicembre 2021, di una attività informativa di indagine redatta a carico di 83 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, traffico di influenze illecite, abuso d’ufficio e rivelazione di segreto d’ufficio, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine operatrici, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa.

L’articolata indagine disvelava inoltre “elementi degni di valutazione da parte della Dda di Catanzaro a carico di altri soggetti tra cui proprio Pittelli”.

RINASCITA SCOTT, PITTELLI E LA PRESUNTA TALPA NEI SERVIZI SEGRETI

Nella documentazione della Dda risalta anche una conversazione del 12 gennaio 2019 tra Pasquale Anastasi, ex dirigente del dipartimento turismo della Regione e recentemente arrestato nell’operazione “Olimpo” (LEGGI), Nicola Adamo, a processo a Cosenza in uno dei filoni di “Rinascita-Scott” e Ferdinando Aiello (non indagato né imputato in “Rinascita-Scott”), al tempo componente della IV Commissione Difesa, e che per gli inquirenti rappresenta “la conferma del legame che Pittelli vantava con alcuni esponenti delle forze dell’ordine”. I tre si confrontavano, infatti, su vicende giudiziarie la cui lettura è parsa coerente con le inchieste convenzionalmente denominate “È dovere” e “Lande Desolate” entrambe sfociate in provvedimenti cautelari eseguiti rispettivamente il 26 giugno e 12 dicembre 2018, ovvero in data comunque antecedente alla captazione.

Emergeva – quindi – l’esplicito riferimento ad “un informatore che riesce ad entrare, che era della Dia, che ora un po’ l’hanno messo da parte però ancora riesce ad avere qualche informazione”. E tale figura sarebbe Michele Marinaro che, secondo quanto dichiarato, avrebbe, infatti, partecipato le informazioni al terzo (ovvero a ”lui”) che le aveva poi condivise con Anastasi dopo essersi adoperato per ottenerle: “Di quello che sa lui insomma, di quello che è riuscito a sapere”. Nello stesso frangente, Aiello “non esitava, pertanto, a precisare che “mo’ è dentro i servizi quell’informatore, suo… “, indicandolo proprio nella persona di Marinaro: ANASTASI: “Michele, bravo! (ride)”, e chiedendo, provocatoriamente, a Pasquale: “Eh! e chi ce l’ha messo? omissis… sì… e domanda a Michele chi l’ha messo…”.

IL PRESUNTO AIUTO DI ANELLO PER TRASFERIRE MARINARO

L’identità dell’intermediario, secondo la Dda, sarebbe emerso allorquando Aiello “recriminava – questa volta in chiaro – di essere stato lui a favorire l’ingresso del Marinaro nei Servizi, a dispetto del fatto che “Michele” portasse “imbasciate” a Pittelli: (“AIELLO: A Michele dentro i Servizi .. fa le ‘mbasciate a Pittelli ma ce l’ho messo io… Che è molto amico mio Michele, un ragazzo di livello e lui mi diceva che a Oliverio gli voleva rompere i coglioni”).

Sempre secondo la Procura distrettuale guidata da Nicola Gratteri, il rapporto fiduciario in essere tra Marinaro e l’avvocato Giancarlo Pittelli ha trovato riscontro negli atti proprio del Procedimento “Rinascita-Scott”. In particolare, nella parte in cui gli inquirenti ricostruiscono la dinamica che vedeva “il militare sollecitare “informalmente” il collaboratore di Giustizia Andrea Mantella allo scopo di apprendere i contenuti di eventuali propalazioni a carico di Luigi Mancuso, veicolate al boss proprio per il tramite del penalista. Infatti il penalista “avrebbe sfruttato le aderenze agli apparati pubblici (tra cui alcuni esponenti delle Forze dell’ordine.) per favorire la cosca Mancuso di Limbadi, per mezzo del vertice identificato in Luigi Mancuso, diretto referente di Pittelli”.

LA POSIZIONE DI MARINARO SECONDO LA RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA

Gli inquirenti aggiungono quindi che Aiello avrebbe agevolato l’assegnazione di Marinaro alla Presidenza del Consiglio, così confortando il dichiarato dell’ex parlamentare. Ciò risulterebbe provato dalle risultanze emerse nell’ambito dell’inchiesta “Brooklyn” del 2019 nella cui ordinanza si legge testualmente: “Non v’è dubbio, pertanto che Michele Marinaro sia l’uomo all’interno della Procura che è in grado non solo di dare notizie riservate agli Sgromo bensì anche di agire in modo attivo per la risoluzione della vicenda…”.

Inoltre emergerà, in virtù dei messaggi captati come “l’on Aiello si sia interessato per risolvere una questione che interessa Marinaro e cioè il suo trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei ministri da considerarsi quale principale utilità dallo stesso ottenuta in cambio degli atti compiuti in favore degli Sgromo (l’informativa favorevole)”… Appare infatti evidente agli inquirenti che Eugenio Sgromo avrebbe interessato il parlamentare della questione, e che questa sia stata positivamente risolta in favore di Marinaro. Il primo, infatti, alle perplessità manifestate all’amico circa i ritardi del suo trasferimento, gli propone di andare a “Roma con “per risolvere il problema, recandosi al Comando Generale”.

E a fine marzo Marinaro riceve il trasferimento alla Presidenza del Consiglio seppur alla sede di Reggio Calabria. Ma “sa che è provvisoria e quindi tenta di arrivare a Catanzaro ma con l’uscita di scena di Aiello si prende atto che la situazione è più complessa: “Con Ferd fuori dai giochi siamo scoperti mi sa”.

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