La vittima Francesco Vangeli
1 minuto per la letturaCadono premeditazione e futili motivi: la pena per l’omicidio di Francesco Vangeli passa da 30 a 17 anni e mezzo per Giuseppe Prostamo
VIBO VALENTIA – Da 30 anni a 17 anni e sei mesi. Cambia radicalmente l’entità della pena tra primo e secondo grado nei confronti di Giuseppe Prostamo, 37 anni, accusato di concorso nell’omicidio di Francesco Vangeli, 26enne di Scaliti di Filandari, inghiottito dalla lupara bianca nella sera tra il 9 e il 10 ottobre del 2018.
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La corte d’Assise d’Appello, presieduta dal giudice Gabriella Reillo, ha escluso due aggravanti che hanno fortemente abbassato la pena: la premeditazione e i futili motivi, per come richiesto, sul punto, dalla difesa del giovane di San Giovanni di Mileto, nelle persone degli avvocati Giuseppe Grande e Sergio Rotundo, mentre il sostituto procuratore generale, Salvatore Di Maio, aveva insistito per la conferma del verdetto emesso a suo tempo dal gup distrettuale di Catanzaro (in quanto veniva contestata l’aggravante mafiosa), Gabriella Logozzo.
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Poco prima che la Corte si chiudesse in camera di consiglio per poi deliberare la sentenza, entrambe le parti (accusa e difesa) hanno depositato le motivazioni del procedimento ordinario di primo grado che vede imputato Antonio Prostamo, fratello di Giuseppe, condannato anche lui a 30 anni per il concorso nell’uccisione del giovane i cui familiari si sono costituiti parte civile e sono stati rappresentati dagli avvocati Nicodemo Gentile, Antonio Cozza e Francesca Comito.
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