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Gaetano Emanuele si trovava detenuto dopo la condanna a 15 anni nel processo Luce nei boschi sulla mafia delle Preserre, ora torna in libertà

VIBO VALENTIA – Gaetano Emanuele,  47 anni, originario di Ariola di Gerocarne, considerato dagli investigatori uno degli elementi di spicco dell’omonima consorteria mafiosa operante nelle Preserre Vibonesi e fratello del presunto boss ergastolano, Bruno Emanuele, torna in libertà senza alcuna misura per fine pena. La scarcerazione è avvenuta pochi giorni addietro.

Si trovava detenuto dopo aver rimediato una condanna a 15 anni di reclusione nel processo “Luce nei boschi” scaturito dall’omonima operazione antimafia coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro, che aveva disarticolato tra le due principali consorterie criminali della zona: quella degli Altamura e, appunto, quella degli Emanuele.

La sera del 9 luglio 2018 la Corte di Cassazione aveva messo fine al procedimento penale, col riconoscimento dell’associazione mafiosa, uniformandosi così al pronunciamento della stessa per il processo in abbreviato, per i componenti del sodalizio e per Gaetano Emanuele era stato assolto dalle altre imputazioni (dalle estorsioni al duplice omicidio dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Loielo) tranne quella associativa.

Nelle motivazioni, la Suprema Corte scriveva inoltre che nei suoi confronti “la Corte d’Appello aveva tracciato un quadro di responsabilità “personalizzato”, mettendone in risalto le specifiche condotte per come riferite da ognuno dei collaboratori (ben quattro) propalanti sul suo ruolo (si occupava della vita complessiva della compagine associativa, dedicandosi ai fornitori, al taglio, al confezionamento e, se del caso, alla coltivazione dello stupefacente, per la quale ultima condotta è stato arrestato)”.

La scarcerazione anticipata di Emanuele è stata possibile dopo due successivi pronunciamenti della Corte di Cassazione con i quali erano stati annullati con rinvio – in accoglimento delle richieste degli avvocati Giuseppe Di Renzo e Sandro D’Agostino – due provvedimenti reiettivi, erano stati concessi l’indulto, un continuato tra Luce nei boschi ed altre sentenze e una continuità della pena, che hanno abbassato notevolmente la quella definitiva facendo, quindi, scattare la rimessione in libertà senza misura alcuna.

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