L'ospedale di Tropea
2 minuti per la letturaTROPEA – Dopo quattro anni, possono tirare un sospiro di sollievo perché tutto si è dissolto come bolla di sapone. Parliamo dei due medici che lavorano presso l’ospedale cittadino, ossia Domenico Pontoriero dirigente presso il servizio di Cardiologia, e Anna Furchì, dirigente presso il Pronto soccorso.
Su di loro pendeva un procedimento penale con l’accusa di omicidio colposo per il decesso improvviso della signora Annunziata Mazzeo, 76enne di Zaccanopoli, avvenuto nella propria abitazione il 6 ottobre 2018, dopo l’accesso in ospedale, a seguito del quale era stata aperta una inchiesta dopo denuncia presentata da una parente della deceduta. Era stato inoltre conferito l’incarico ad una Commissione Medica per verificare la causa del decesso e accertare se vi fossero stati eventuali profili di colpa medica nella condotta dei sanitari.
Nel decreto di archiviazione emesso dal Tribunale monocratico, nella persona del giudice Giorgia Maria Ricotti, su richiesta dello stesso pm Ciro Luca Lotoro, si legge che «dai dati emersi in sede di consulenza risultava che l’exitus era da considerare come morte improvvisa, non prevedibile né prevenibile, con esclusione di qualsivoglia profilo di responsabilità da parte dei sanitari, che ebbero in cura la paziente e che avevano, invece, serbato una condotta compatibile con le linee guida e le buone pratiche sanitarie.
Pertanto, poiché l’evento non si è verificato a causa di negligenza, imprudenza o imperizia, il gip ha “ritenuto che la condotta diagnostica degli indagati non può essere considerata di rilievo causale nel determinismo del decesso della paziente;” ha disposto l‘archiviazione del procedimento”.
Per i due medici, dunque, si è chiuso in positivo un capitolo che per quattro anni li ha tenuti con il fiato sospeso. Nel cammino della vicenda, Pontoriero è stato assistito dagli avvocati Sandro D’Agostino e Salvatore Lubiana, mentre Furchì dall’avvocato Giuseppe Rombolà; entrambi hanno avuto l’assistenza dal perito medico-legale dottor Rocco Pristininzi.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA