La questura di Vibo Valentia
2 minuti per la letturaResta in carcere Luigi Mancuso accusato di aver aggredito e ferito gravemente un poliziotto durante un normale controllo a Vibo Valentia
VIBO VALENTIA – Il gip del Tribunale di Vibo Valentia Giorgia Ricotti ha convalidato e confermato la misura del carcere per Luigi Mancuso, 30 anni, di San Gregorio d’Ippona, figlio del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mancuso, alias ‘Mbrogghhia. Il giovane è accusato di aver ferito un poliziotto in servizio alla Squadra Volanti della Questura di Vibo Valentia nella notte tra venerdì e sabato.
LA RICOSTRUZIONE DELL’AGGRESSIONE
Secondo la ricostruzione degli inquirenti il giovane, nel corso di un normale controllo di polizia avvenuto in pieno centro cittadino, è stato fermato mentre era a bordo di un’auto. Anziché fornire i documenti per il riconoscimento e l’identificazione, Mancuso è passato alla vie di fatto. Mancuso, infatti, ha aggredito prendendo sottobraccio il poliziotto trascinandolo con l’auto per alcune centinaia di metri in pieno centro a Vibo. Mentre e schiacciandolo al muro prima di scaraventarlo a terra di fronte a un bar nei pressi di piazza San Leoluca, nella zona storica della città.
La Procura di Vibo, nella persona del sostituto procuratore Maria Cecilia Rebecchi, ha contestato al giovane il reato di tentato omicidio, oltre alla resistenza a pubblico ufficiale. Ciò in quanto – secondo la prospettazione accusatoria – avrebbe rischiato di uccidere il poliziotto. L’uomo, infatti, ha riportato numero ferite ed è stato trasferito in gravi condizioni all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. L’agente di Polizia si trova attualmente ricoverato con una frattura di due vertebre, un trauma cranico e diverse contusioni.
CHI È LUIGI MANCUSO CHE HA AGGREDITO UN POLIZIOTTO A VIBO
Luigi Mancuso è un soggetto già noto alle forze dell’ordine. Nel novembre 2017 è stato coinvolto in una furibonda sparatoria avvenuta a San Gregorio d’Ippona. In precedenza è stato processato per il tentato omicidio di un romeno a colpi di mattone, riportando una condanna a cinque anni di reclusione.
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