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VIBO VALENTIA – Un delitto che risale a 12 anni fa e per il quale adesso si registra una svolta. Il gip distrettuale Pietro Carè, infatti, respingendo la richiesta di archiviazione presentata dal Pm e contro la quale si era pronunciata la parte civile, ha disposto l’imputazione coatta nei confronti di una persona accusata dell’omicidio – connotato dalle modalità mafiose – di Vincenzo Di Costa, avvenuto a colpi di pistola nel rione Campo di Sotto, alle case popolari, a Tropea, la sera 23 marzo 2010.

Di Costa, 46 anni, stava parcheggiando il ciclomotore nel piazzale antistante la propria abitazione quando fu raggiunto da numerosi colpi di pistola. La formulazione dell’imputazione che deve essere presentata entro il 24 maggio, interessa Filippo Saragò, 40 anni, compaesano della vittima, accusato di omicidio aggravato; disposta invece l’archiviazione per Francesco Saragò, 37 anni, anch’egli di Tropea. Accolte seppur in parte le richieste dell’avvocato Giovanna Fronte che assiste Moira Lo Tartaro, moglie di Di Costa.

Nel provvedimento del giudice vengono indicati tre possibili moventi del delitto aventi ad oggetto una serie di circostanze attinenti il profilo della vittima, le frequentazioni con ambienti criminali del luogo, e alcuni episodi di danneggiamento avvenuti poco prima del fatto omicidiario.

Filippo Saragò, unico indagato, è assistito dall’avvocato Giovanni Vecchio e dal collega Sandro D’Agostino, mentre Francesco Saragò solo da Vecchio.

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