Il procuratore Nicola Gratteri durante la lettura della sentenza
3 minuti per la letturaLAMEZIA TERME – Quasi sei secoli e mezzo di carcere: l’equivalente di 70 condanne, cui fanno da contorno 20 assoluzioni e una prescrizione. Regge nella quasi totalità l’impianto accusatorio messo in piedi dalla Dda di Catanzaro nei confronti degli imputati finiti a processo.
CONDANNE E ASSOLUZIONI: I NOMI
E così, intorno alle 17.30 si è concluso il primo atto del procedimento penale scaturito dalla maxioperazione che il 19 dicembre del 2019 interessò il territorio vibonese e non solo: “Rinascita-Scott”.
801 anni di carcere e 260mila euro di multa era stata la richiesta dell’Ufficio requirente guidato dal procuratore Nicola Gratteri nei confronti di 85 imputati dei 91 imputati. Il gup distrettuale Claudio Paris ne ha riconosciuti colpevoli 15 in meno ma per molti le richieste della Dda sono state aderenti alle condanne.
Per le posizioni più rilevanti l’entità della pena è stata il massimo o poco meno. Come per Domenico Macrì, detto “Mommo”, Luciano Macrì, Pasquale Gallone, Gregorio Niglia detto “Lollo”, Francesco Antonio Pardea, Saverio Sacchinelli; 16 gli anni inflitti a Domenico Pardea, Gregorio Gasparro; 15 anni all’anziano presunto boss di Vibo, Domenico Camillò. E ancora, 14 anni a Filippo Di Miceli, e 13 anni e 4 mesi a carico di Gregorio Gioffré, alias “Nasone”.
Una sola prescrizione, quella a carico di Giovanni Vecchio, 63enne di Nicotera, mentre le assoluzioni sono state 20. Tra queste spicca quella dell’imprenditore-avvocato Vincenzo Maria Renda nei confronti del quale la Dda aveva chiesto la condanna a 10 anni e 10 mesi.
Le altre hanno riguardato Francesca Comito, 40 anni, di Vibo; Raffaele Solano, 41 anni, di Vibo; Fabio Scalamandrè, 45 anni, di Vibo; Michele Giardino, 30 anni, di Polistena; Girolamo Giardino, 57 anni, di Rizziconi; Matteo Famà, 31 anni, di Vibo; Emanuela Chilla, 24 anni, di Roma; Sapienza Comerci, 71 anni, di Joppolo; Nicola Fera, 59 anni, di Chiaravalle; Antonio Di Virgilio, 61 anni, di Santa Maria Capua a Vetere; Francesco Gerace, 43 anni, nato a Vibo; Maurizio Fiumara, 65 anni, di Francavilla Angitola; Annunziata Gerace, 47 anni, nata Vibo; Gabriele Giardino, 25 anni, di Cinquefrondi; Emanuela Gradia, 45 anni, di Vibo; Francesco La Bella, 37 anni, di Vibo; Giuseppe Lo Bianco, 49 anni, di Vibo; Rosalba Perfidio, 57 anni, di Nicotera; Vincenzo Mazzitelli, 48 anni, nato a Vibo.
I reati contestati a vario titolo erano associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, omicidio, estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio aggravato, traffico di droga.
Il 19 dicembre 2019, giorno dell’operazione, vennero arrestate 334 persone per un totale di 416 indagati, con gli imputati che poi sono diventati 452, 91 dei quali hanno optato per l’abbreviato la cui requisitoria che ha visto alternarsi i tre pm Annamaria Frustaci, Andrea Mancuso e Antonio De Bernardo era iniziata il 27 gennaio ed è proseguita per tutta la primavera; in estate e questo primo scorcio di autunno le arringhe dei difensori. Quindi la camera di consiglio durata poco più di tre ore. E infine la sentenza a scrivere la storia giudiziaria del Vibonese.
Nutrito il collegio di difesa costituito dagli avvocati Diego Brancia, Giosuè Monardo, Francesco Sabatino, Francesco Capria, Paride Scinica, Giovanbattista Puteri, Antonino Restuccia, Donatella Frojo, Francesca Sorrentino, Paila Bertucci, Sergio Rotundo, Giovanni Vecchio, Giovanna Fronte, Giuseppe Bagnato, Giuseppe Gervasi, Francesco Calabrese, Salvatore Sorbilli, Simona Celebre, Salvino Greco, Antonio Crudo, Giuseppe Di Renzo, Marianna Puntoriero, Vincenzo Cicino, Sandro D’Agostino, Gianluca Fontana, Pietro Antonio Corsaro, Antonio Barilaro, Renato Russo, Caterina Sapone, Vincenzo Belvedere, Maria Concetta Marrella, Alfredo Gaito, Francesco Gambardella, Roberto Franco, Walter Franzè, Guido Contestabile, Antonio Barilari, Giuseppe Milicia, Salvatore Staiano, Gregorio Viscomi, Antonietta Denicolò Gigliotti, Raffaele Manduca, Giuseppe Orecchio, Giuseppe Morelli, Giuseppe Zofrea, Antonia Nicolini, Daniela Garisto, Luigi Gullo, Filippo Accorinti, Gaetano Scalamogna, Letterio Rositano, Gianfranco Giunta, Simona Polimeni, Piero Chiodo, Maria Cristina Masetti, Giuseppe Gervasi, Paola Bartucci, Ugo Calò, Francesco Schimio e Santo Cortese.
Avvocati di parte civile invece Domenico Talotta (che rappresentava diversi comuni del Vibonese e l’Asp di Vibo), Maria Antonietta Lamonica, Paolo Del Giudice, Domenico Del Giudice.
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