Il Comune di Vibo Valentia
4 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Spuntano nomi eccellenti nell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti a Vibo Valentia. Sono sei i nuovi indagati dalla Procura per i reati, a vario titolo, di concorso in frode nelle pubbliche forniture e truffa in concorso. Si tratta di Pasquale Scalamogna, ex dirigente ed attuale assessore all’Urbanistica, Nicola D’Agostino, ex sindaco di Vibo Valentia, Adriana Teti, dirigente comunale; Claudio Decembrini, ex responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, Demetrio Beatino, ex dirigente comunale, Silvio Pellegrino, rappresentante legale della ditta Eurocoop.
LE ACCUSE DELLA PROCURA
Queste le accuse mosse dal pm Filomena Aliberti nei confronti degli indagati nell’inchiesta sui rifiuti dell’Eurocoop, che abbraccia un arco temporale che va dal dicembre 2008 al 5 febbraio 2020.
Silvio Pellegrino, quale legale rappresentante della Società, nell’esecuzione del contratto d’appalto, aggiudicato dal Consorzio nazionale servizi per conto della Eurocoop, avente ad oggetto il “servizio di raccolta integrata dei rifiuti solidi urbani nel comune di Vibo Valentia”, a mezzo determina dirigenziale di Palazzo Razza del 27 novembre 2008, distaccandosi dai disciplinari dell’appalto, con conseguente aggravio di spese e oneri a carico dell’ente locale, «poneva in essere comportamenti fraudolenti» consistiti in una serie di azioni. Secondo gli investigatori queste sarebbero state far fatturare al Comune di vibo Valentia. il servizio di raccolta differenziata previsto dal capitolato speciale d’ appalto, senza mai raggiungere le percentuali previste previste dal contratto; porre, alla base delle liquidazioni da parte dell’ente pubblico, documenti fiscali per “voci di spesa” inerenti i centri di raccolta che non essendo mai stati, di fatto, predisposti, sono stati comunque , oggetto di erogazione di ingenti somme di denaro pubblico.
Allo stesso tempo, la condotta dell’indagato sarebbe consistita, secondo la Procura, nell’impiegare, per l’esecuzione della fornitura, mezzi, materiali e tecniche diversi da quelli espressamente convenuti e comunque inadeguati per l’esecuzione del servizio, secondo i disciplinari dell’appalto.
A parere del pm Aliberti e del procuratore capo Camillo Falvo, Pellegrino sarebbe stato favorito dall’omesso controllo dei funzionari preposti che, nonostante «fossero a conoscenza della mancata realizzazione del servizio, non hanno proceduto alla revoca dell’appalto e/o non hanno intrapreso azioni tali da scongiurare il protrarsi delle condotte contestate e, quindi, con il concorso omissivo, nella veste di pubblici ufficiali degli allora dirigenti comunali Scalamogna, Teti e Decembrini, nonché dell’ex sindaco D’Agostino» i quali, ognuno per le proprie rispettive cariche e funzioni pubbliche ricoperte al comune di Vibo Valentia, avrebbero omesso di effettuare i dovuti controlli e le conseguenti contestazioni relative alle mancate forniture di servizi previsti dal contratto e non avrebbero provveduto, sebbene a «conoscenza della mancata realizzazione del servizio appaltato, a segnalare, bloccare, regolarizzare la fornitura ovvero o a revocare l’affidamento e/o intraprendere azioni tali da impedire il protrarsi della condotta criminosa ed il verificarsi dell’evento, favorendo, così, la condotta fraudolenta della Eurocoop Srl.
Pellegrino, poi, distaccandosi dai disciplinari dell’appalto (disciplinare di gara del 12 settembre 2008 relativo al bando di gara per affidamento di servizio mediante procedura aperta) con «artifizi e raggiri consistiti nell’aver attestato falsamente l’effettuazione del servizio di raccolta differenziata e la realizzazione/gestione dei centri di raccolta previsti nel capitolato speciale e nell’aver presentato false fatture per i servizi non resi. In concorso con gli altri indagati, «omettevano di effettuare i dovuti controlli e le conseguenti contestazioni relative alle mancate forniture di servizi previsti dal contratto e dal capitolato speciale, favorendo, così la condotta fraudolenta della società, inducendo il Comune in errore sulla corretta esecuzione dei lavori e procurando alla stessa un ingiusto profitto consistente nel pagamento di 22 milioni di euro». Anche in questo caso le condotte vanno dal dicembre 2008 al 5 febbraio 2020, data di emissione dell’ultimo mandato di pagamento di 675mila euro da parte dell’Ente nei confronti della società.
LE REAZIONI DELLA DIFESA DELL’EX SINDACO
L’avvocato Giuseppe Di Renzo, legale di fiducia dell’ex sindaco Nicola D’Agostino, ha voluto dichiarare che «chiederemo di essere sentiti dagli investigatori della Procura di Vibo Valentia e sono fiducioso che potremo agevolmente dimostrare l’assoluta estraneità del mio cliente ai fatti contestati»,
La notizia di oggi scuote la politica cittadina, già alle prese con le indagini su quattro dirigenti della Ecocar (LEGGI), ditta che ha vinto l’appalto da 12milioni di euro emanato dal Comune capoluogo due anni fa.
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