Carmine Zappia
3 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – SI è concluso davanti al gup distrettuale di Catanzaro, il processo con rito abbreviato avente ad oggetto una presunta attività usuraria con estorsione ai danni di Carmine Zappia, il commerciante nicoterese costretto ab chiudere la propria attività perché caduto nel vortice dei cravattai e che, nonostante tutto, ha avuto il coraggio di denunciare, facendo arrestare i presunti responsabili e riuscendo, grazie all’aiuto dello Stato e al supporto morale della cittadinanza, a riaprire la propria tabaccheria appena pochi mesi addietro.
L’esercente si era costituito parte civile ed era rappresentato dall’avvocato Giovanna Fronte.
Almeno in questo primo giudizio, ed in questo filone processuale, l’unico imputato accusato di usura nei confronti della vittima, vale a dire Alfonso Cicerone, è stato assolto. In ordinario, tuttavia, vi è il boss Mancuso che deve rispondere della medesima contestazione.
Andando, quindi, nello specifico del verdetto pronunciato dal gup distrettuale Paola Criaco, è stata pronunciata l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”, per Salvatore Comerci, genero di Mancuso, difeso dagli avvocati Paride Scinica e Giuseppe Di Renzo, nei confronti del quale il pm della Dda aveva chiesto 9 anni di reclusione.
Condanna, ma solo per il reato di furto (assoluzione invece per quello di favoreggiamento), nei confronti di Gabriele Gallone (avv. Scinica) ad una pena di 8 mesi (sospesa) a fronte dei 4 anni invocati dalla pubblica accusa. Per entrambe le accuse è venuta meno l’aggravante della mafiosità.
Assoluzione totale anche per Salvatore Gurzì (avv. Giuseppe Spinelli) “per non aver commesso il fatto”. Le altre condanne hanno riguardato Alfonso Cicerone (nipote di Mancuso) a 9 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione consumata aggravata, una tentata, e infine per trasferimento fraudolento di valori; e Rocco D’Amico (difeso dall’avv. Antonino Cosentino e dall’avvocato Anselmo Scappatura) a 4 anni e 8 mesi per tentata estorsione (ma con l’assoluzione per un altro episodio questa volta ai danni di un commerciante senegalese); e ancora otto mesi (pena sospesa) sono stati inflitti poi a Giovanni Iermito e Francesco Ivan D’Aloi (assistiti dall’avvocato Francesco Capria) per furto, ma con la caduta delle aggravanti, mentre sono stati assolti per il favoreggiamento perché “il fatto non sussiste”.
Parti civili anche il Comune di Nicotera con l’avvocato Michele Pagnotta e la Regione Calabria.
L’indagine condotta dagli uomini agli ordini del capitano Nicola Alimonda e dal maresciallo Luca Caravaglio e traeva origine da un’attività investigativa iniziata nel maggio del 2019 con intercettazioni telefoniche e ambientali e pedinamenti ma l’incubo dell’imprenditore, che nel corso dell’inchiesta ha trovato il coraggio di collaborare, era nato esattamente otto anni fa, nel maggio 2011 quando acquistò un immobile composto da due piani fuori terra a Nicotera per la cifra di 400mila euro.
Metà dell’importo sarebbe stato immediatamente consegnato mentre per la quota restante si stabilì l’erogazione secondo dazioni periodiche senza termini temporali e quantitativi. Avvenuto il perfezionamento della compravendita e il pagamento della prima parte dell’importo, gli ex proprietari avrebbero iniziato ad avanzare in maniera sempre più minatoria e perentoria le richieste della consegna del denaro fino a rivolgersi ad esponenti vicino ad Antonio Mancuso per avere quanto pattuito e recuperare il credito. Secondo l’accusa, le richieste si fecero sempre più pressanti fino a quando all’imprenditore non sarebbe stato comunicato che Antonio Mancuso aveva rilevato il credito e che le erogazioni di denaro sarebbero avvenute, da lì, in suo favore.
E qui cominciò l’odissea di Carmine Zappia – che in tutta la vicenda ci ha rimesso una somma ingente di denaro – il quale, secondo le indagini, sarebbe stato costretto a versare 15mila euro ogni tre mesi, somma poi ridotta a 5mila, sempre trimestralmente.
L’indagine aveva, inoltre, portato alla luce anche una presunta tentata estorsione agli ambulanti nicoteresi e agli organizzatori del “Taranta festival”.
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