X
<
>

I militari della GdF nei pressi del Fosso Calzone

Share
3 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – I militari del Gruppo di Vibo Valentia, su delega della locale Procura della Repubblica, con provvedimento a firma del Procuratore Camillo Falvo e del sostituto Filomena Aliberti, al termine di accertamenti tecnici condotti in loco e dell’esame compiuto sulla documentazione acquisita, anche di natura tecnica, hanno sottoposto a sequestro preventivo i lavori di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche complementari ai fini della realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia.

Si tratta di opere finanziate con il fondo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la mitigazione del rischio idrogeologico del Fosso Calzone, in località Cocari di Vibo Valentia, qualificate dalla Regione Calabria come strumentali alla realizzazione del nuovo nosocomio cittadino.

Le opere non solo non risultavano inerenti l’oggetto per il quale era stato stanziato il fondo, ma hanno, addirittura, aggravato, come certificato dalla perizia richiesta ed ottenuta dall’ A.G. di Vibo Valentia, il rischio idrogeologico.

Le opere, infatti, lungi dall’essere volte al ripristino dell’officiosità idraulica del fosso (mediante, ad esempio, la pulizia dello stesso), hanno ampliato la portata del canale, mediante la costruzione di manufatti in cemento, aumentando l’affluenza delle acque nel dissestato bacino del fosso, già compromesso dai gravi eventi alluvionali del luglio del 2006, durante i quali avevano perso la vita due uomini ed un bambino.

A seguito di tali eventi, infatti, era stato previsto uno studio idrografico, cosiddetto “Piano Versace”, realizzato dalla Regione Calabria, volto a preservare la zona da eventuali nuove costruzioni, proprio in virtù della pericolosità idraulica dell’area. Le nuove opere hanno realizzato un innesto artificiale nella testata principale del fosso Calzone-Rio Bravo, creando delle situazioni di pericolo per le aree sottostanti ed, in particolare, della linea ferroviaria Eccellente-Rosarno, della SS18 e della SP522.

Il pericolo consisterebbe, soprattutto, nel rischio di esondazione delle acque meteoriche dal fosso, in caso di eventi alluvionali, anche non eccezionalmente violenti, le quali, non trovando ostacolo sul proprio percorso (vegetazione, detriti, ecc), esonderebbero, riversandosi, come già successo nel 2006, sulle pubbliche vie, creando pericolo per l’ incolumità pubblica, senza contare il fatto che, scendendo a valle, la furia delle stesse si abbatterebbe in località Pennello con conseguenti danni a cose e persone.

Le indagini hanno consentito, altresì, di accertare l’affidamento diretto dei lavori, per un importo di oltre 3 milioni di euro, alla medesima società Vibo Hospital Service s.p.a, con sede in Rovigo, aggiudicataria dell’appalto principale di costruzione del nuovo ospedale, per un importo complessivo di circa 144 milioni di euro. Le fiamme gialle e la Procura della Repubblica hanno, per tali ragioni, contestato ai soggetti responsabili le ipotesi di reato di disastro colposo ed abuso d’ufficio.

Quest’ultima ipotesi deriva dal fatto che la Regione ha palesemente distratto i fondi pubblici ministeriali destinati a pulire il fosso, utilizzandoli strumentalmente per la realizzazione del nuovo Ospedale, andando, tuttavia, ad aggravare il rischio idrogeologico.

Gli indagati sono Domenico Maria Pallaria, 61 anni di Curinga (CZ) nella sua veste di direttore Generale del Dipartimento Infrastrutture della Regione Calabria, in qualità di R.U.P.; Pasquale Gidaro, 53 anni di Catanzaro, in qualità di responsabile della struttura tecnica per il supporto al R.U.P.; Alessandro Andreacchi, 57 anni di Lamezia in qualità di direttore dei lavori; Pier Renzo Olivato, 66 anni di Anguillara Veneta (PD) in qualità di presidente del consiglio di amministrazione del consorzio di imprese Vibo Hospital Spa, concessionario dei lavori; Giacomo Procopio, 63 anni di Catanzaro in qualità di legale rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori “Costruzioni Procopio S.R.L.”; Massimo Procopio, 59 anni di Catanzaro,  in qualità di vice-presidente del consiglio di  amministrazione della “Vibo Hospital Service Spa” e direttore tecnico dell’ impresa esecutrice dei lavori “Costruzioni Procopio Srl”, con sede in Catanzaro; Luigi Giuseppe Zinno, 66 anni di Marano Marchesato, in qualità di soggetto attuatore dell’ufficio del Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE