L'aula bunker dove è in corso il processo contro la 'ndrangheta
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Sarà molto probabilmente la richiesta di ricusazione del presidente del collegio giudicante Tiziana Macrì, presidente della sezione penale del Tribunale di Vibo, l’argomento principe della prima udienza del processo “Rinascita-Scott” istruito dalla Dda di Catanzaro contro le cosche della provincia di Vibo Valentia che avrà luogo tra meno di una settimana.
Il 9 novembre, infatti, è in programma il processo per gli imputati che hanno chiesto il giudizio immediato: l’ex parlamentare di Forza Italia, e avvocato del foro di Catanzaro, Giancarlo Pittelli, l’ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo, l’imprenditore Mario Lo Riggio e l’avvocato Giulio Calabretta.
La questione è stata posta già all’indomani della sentenza emessa, proprio dal collegio presieduto da Macrì, verso il clan Soriano di Filandari, lo scorso 26 ottobre. Il processo, nato dall’operazione “Nemea” conteneva, infatti, anche contestazioni contemplate nell’inchiesta Rinascita-Scott e questo potrebbe spingere i legali degli imputati, il prossimo nove novembre, a chiedere al giudice di astenersi dal processo avendo già emesso sentenza sull’esistenza del clan Soriano.
Ma la questione rischia di essere ben più complessa poiché Tiziana Macrì, pochi anni addietro, in veste di gip del Tribunale di Catanzaro, nella fase delle indagini preliminari di Rinascita-Scott, ha autorizzato un’intercettazione richiamando nelle motivazioni l’associazione mafiosa che investe tutto il maxi-procedimento. E questo potrebbe rendere incompatibile Tiziana Macrì nel giudicare su tutto il procedimento Rinascita-Scott.
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