L'ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – «In relazione al materiale utilizzato e alla cornice della contestazione, risulta esclusa la gravità indiziaria non solo con riguardo ad ipotesi strumentali di abuso, ma anche con riferimento alla concreta ricostruzione di un’ipotesi di concorso esterno».
Lo scrivono i giudici della sesta sezione penale della Cassazione, nella sentenza con la quale lo scorso 16 luglio hanno rimesso in libertà Gianluca Callipo (LEGGI), l’ex sindaco di Pizzo arrestato il 19 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e abuso d’ufficio aggravato dalle modalità mafiose.
Callipo è accusato in particolare di aver favorito le cosche di Pizzo e San Gregorio d’Ippona, nel Vibonese, ricevendone in cambio sostegno elettorale.
Per i giudici di piazza Cavour però, il gip di Catanzaro «non ha, se non apoditticamente, individuato gli effettivi contenuti del patto e soprattutto non ha indicato in che modo gli stessi potessero risultare di per sé idonei alla conservazione e al rafforzamento del sodalizio, in rapporto a dinamiche operative specificatamente riconducibili alla ‘ndrina in quanto tale, piuttosto che agli interessi di singoli soggetti, seppur ad essa contigui».
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