Andrea Mantella
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Il racconto degli inizi nella ‘ndrangheta
Quindi il riferimento all’entrata nella ’ndrangheta vibonese già da giovanissimo sotto l’ala protettiva del defunto boss Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni” e l’ascesa criminale che lo avrebbe portato in seguito a svincolarsi dai Lo Bianco-Barba e fondare un proprio gruppo criminale con il quale avrebbe «commesso una dozzina di omicidi», soffermandosi brevemente a parlare di quelli ai danni di Raffaele Cracolici e Domenico Di Leo commessi con il gruppo Bonavota il quale a sua volta, come l’ex boss, «si voleva affrancare dai Mancuso, prendendo il potere su Pizzo, Sant’Onofrio e Maierato».
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Una carriera lunga e folgorante, quella di a “Guscia”, iniziata ad appena 12 anni «con una estorsione a Pino Loschiavo che mi fece avere l’ammirazione dei vertici del clan lo Bianco e di Carmelo Piccinni che mi volle sotto di sé e che mi fece apparire sul giornale “Cronaca nera”». Da lì a commettere omicidi per contro della cosca il passo fui breve: «Già da ragazzino ne avevo tre “sulla coscienza”».
Un criminale, Mantella, al quale «non interessavano molto le doti di ’ndrangheta, di certo non più del “cash”». E così, negli anni il suo potere andò aumentando potendo contare su un «appoggio militare spaventoso in forza della presenza degli Emanuele, dei Bonavota, dei piscopisani, dei Giampà di Lamezia, e del gruppo di Scrugli», e tutti insieme «riuscimmo a mettere in seria difficoltà i Mancuso entrando, così, nella storia criminale di Vibo. Eravamo mine impazzite che non guardavano in faccia alcuno».
Neanche il proprio mentore tant’è che, quando lo strappo con la “casa madre” si consumò, lui disse a Carmelo Lo Bianco: «“Io vi lascio in vita perché sono legato sentimentalmente a voi in quanto mi avete fatto entrare nel vostro gruppo e pertanto non vi faccio nulla ma ad un patto: le vecchie estorsioni restano a voi ma quelle nuove vanno a me e se voi doveste chiuderne qualcuna dovrete darmi la percentuale”».
Chiaro e deciso Mantella che oggi sta «pagando» le proprie «colpe» e si avventa contro gli «infami che hanno messo in giro dichiarazioni false contro di me; questo vuol dire che temono la mia collaborazione. Io sono uscito allo scoperto, loro… comunque vedremo», afferma.
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