X
<
>

Share
7 minuti per la lettura

La carriera criminale nella ‘ndrangheta

E in fatto di doti, il collaboratore di giustizia è arrivato fino al trequartino. Nella sua copiata, nel corso delle varie cariche ottenute vi era tutto il gotha del crimine vibonese e non solo; in quella da Camorrista c’erano «Domenico Camillò capo società, Raffaele Franzè, detto lo Svizzero, contabile, Enzo Barba mastro di giornata e Raffaele Pardea avversario e Antonio Macrì favorevole», termini questi ultimi due sui quali è lo stesso teste a spiegarne il significato: «Avversario è colui con il quale si fa la tirata, la pungitina; il parere favorevole è quello… Sono due aspetti, diciamo, uno avversario, uno favorevole, ma perché è proprio una questione della dote della camorra. In pratica, il favorevole sarebbe quello che è a favore tuo, no». Nella copiata dello “Sgarro” Arena portava «sempre Domenico Camillò, Raffaele Franzè e in questo caso Antonio Macrì, che era colui che mi aveva tagliato sul pollice destro»; quella della Santa l’ha ricevuta «quando ci siamo riuniti con i Lo Bianco–Barba, perché noi abbiamo fatto, il nostro gruppo l’abbiamo creato a dicembre del 2012, poi verso l’autunno del 2013 ci siamo collegati in un unico locale con i Lo Bianco–Barba. La messa la disse Carmelo D’Andrea, detto Coscia d’Agneu e c’erano presenti Nicola Lo Bianco e Fortunato Geraso, genero del musichiere, questo perché c’eravamo già riuniti con i Lo Bianco – Barba in una unica anima».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE