Una sala parto
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Ad otto anni e mezzo dai fatti e dopo un processo durato più di due lustri, soggetto a rinvii, cambi di giudice e rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, uno dei processi simbolo degli ultimi anni, doloroso caso di morte sospetta, è arrivato all’epilogo con la sentenza pronunciata oggi pomeriggio dal giudice Marina Russo, presidente del Tribunale monocratico con l’assoluzione del ginecologo Domenico Princi accusato dell’omicidio colposo di Eleonora Tripodi, la 32enne di Santa Domenica di Ricadi, morta il 20 agosto 2010 a seguito delle complicazioni durante la gravidanza.
Un verdetto arrivato in “zona Cesarini”, per usare un parallelismo calcistico visto che tra un mese sarebbe scattata la prescrizione.
Accolte, dunque, le richieste della difesa dell’imputato, nelle persone degli avvocati Giovanni Marafioti e Renato Milasi, mentre il pm, nel ripercorrere dettagliatamente tutta la tragica vicenda, aveva rilevato la penale responsabilità da parte dell’imputato chiedendo la condanna dello stesso alla pena di due anni. Precedentemente all’intervento del rappresentante dell’Ufficio di Procura, erano stati nuovamente risentiti i consulenti tecnici.
Il 17 era toccato intervenire alla parte civile, nella persona dell’avvocato Giovanni Vecchio, in rappresentanza dei familiari della donna che aveva concordato in pieno con la linea dell’accusa. Secondo la prospettazione accusatoria, Eleonora Tripodi è deceduta durante il trasporto in ambulanza da Vibo all’ospedale di Lamezia Terme. Dopo il parto cesareo – eseguito dal dottore Princi – la donna, già madre di due bimbi, sarebbe stata colpita da una fatale emorragia.
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