Le indagini dei carabinieri per l'agguato
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – La condanna dei tre imputati nel processo per l’omicidio del 22enne Rosario Mazza, ed il tentato omicidio del fratello, Simone, avvenuto la sera del 19 gennaio 2017 ad Acquaro (LEGGI), è stata chiesta dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Claudia Colucci, a conclusione del processo con rito abbreviato.
In particolare, il pm ha chiesto una condanna a 28 anni per Alessandro Ciancio, reo confesso ed autore materiale del delitto; a 24 per il padre Cosimo ed a 22 per il fratello Giuseppe, questi ultimi due accusati di concorso. Ciancio aveva sostenuto di avere subito nel tempo numerosi soprusi dai fratelli Mazza.
Il 19 gennaio 2017, dopo un litigio in un bar, Ciancio andò a prendere la pistola e aspettò i Mazza transitare a bordo di una fiat Punto nera sul corso principale del paese. Quindi si parò davanti l’auto e sotto la minaccia dell’arma fece scendere i due. Poi sparò alle spalle di Rosario Mazza che aveva tentato la fuga. Poco dopo rivolse la pistola contro il fratello della vittima ma senza premere il grilletto.
L’uomo fece perdere le tracce per alcune ore e poi si presentò ai carabinieri accompagnato dal proprio legale di fiducia, l’avvocato Bruno Ganino, confessando, una volta messo alle strette, il delitto.
Le indagini dei carabinieri di Vibo e Serra San Bruno portarono poi ad individuare il padre ed il fratello come coloro che avrebbero favorito il congiunto. L’arma usata per il delitto non è mai stata trovata.
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