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Sono diciassette le persone coinvolte nel procedimento e che dovranno fornire la propria linea difensiva
VIBO VALENTIA – La procura generale della Corte dei Conti presenta il… conto. Ed è molto, molto salato. A farne per ora le spese è l’ex dipendente Mirella Currò, quella che, secondo gli investigatori della Finanza e il pm Michele Sirgiovanni, avrebbe sottratto, attraverso l’emissione di falsi mandati di pagamento e con l’intermediazione del marito, 1,2 milioni di euro dalle casse della Provincia di Vibo. Quel buco rappresentò un vaso di Pandora dal quale emersero una serie di presunte condotte illecite che investirono l’ente intermedio non risparmiando dirigenti e politici di un ente per anni vero e proprio votificio e adesso con le finanze in profondo rosso.
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SULL’AMMANCO MILIONARIO
ALLA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA
Adesso, la magistratura contabile ha quantificato il danno e disposto il sequestro conservativo di tutti i beni della presunta «impiegata infedele» evidenziando, allo stesso tempo, profili di responsabilità di responsabilità sia per i dirigenti in servizio a quel tempo (era il 2012), sia per i due Collegi dei Revisori. In particolare la Procura generale ha invitato ben 17 persone a depositare entro trenta giorni dalla notifica dell’atto (trasmesso il 12 maggio scorso) le proprie deduzioni ed ogni altro documento utile presso la segreteria dell’organo inquirente evidenziando che il danno complessivo risarcibile ammonta a un milione 281mila e 525 euro corrispondente al totale dei contributi indebitamente percepiti (cioè la quantità dell’ammanco) al quale vanno aggiunti gli interessi legali, la rivalutazione monetaria ed eventuali spese di giustizia.
Una somma che, tuttavia, potrà essere soggetta ad aumenti del maggiore importo che dovesse risultare in giudizio. L’atto in questione, infine, interrompe la prescrizione del diritto dell’amministrazione al risarcimento del danno e per effetto intima ai presunti responsabili di risarcirlo.
L’avviso pertanto è stato notificato oltre alla Currò a persone già coinvolte nell’inchiesta penale (e che all’epoca dei fatti ricoprivano una posizione dirigenziale in seno all’Ente locale) e ad altre che non sono state attinte da alcun provvedimento. In particolare si tratta dei dirigenti Armanda De Sossi, 63 anni, responsabile dell’Ufficio finanziario dell’amministrazione provinciale; Filippo Nesci, 45 anni, dirigente facente funzioni del settore Affari finanziari in sostituzione della De Sossi; Ulderico Petrolo, 66 anni (anch’egli dirigente facente funzioni del settore Affari finanziari); Antonio Vinci, 64 anni (dirigente dei settori Organi istituzionali, Turismo e sport nonché Mercato del lavoro nella qualità di facente funzioni del settore Affari finanziari); Francesco Marziali 65 anni (dirigente facente funzioni del settore Affari finanziari); Fortunato Antonio Sicari, 59 anni (dipendente della Provincia facente funzioni del settore Affari finanziari).
La contestazione che la magistratura contabile avanza è che tutti, in tempi diversi avrebbero sottoscritto i mandati di pagamento (oggetto dell’inchiesta del pm Michele Sirgiovanni e del colonnello Michele Di Nunno) omettendo i dovuti controlli. La lista comprende poi, Edith Macrì 45 anni (dirigente del settore Affari generali); Gianfranco Comito, 58 anni (dirigente del settore 7); e Francesco De Fina, 55 anni, anch’egli dirigente dello stesso settore, che «gestivano i capitoli su cui sono stati emessi i mandati di pagamento per mancato riaccertamento dei residui e mancati controlli sui capitoli loro assegnati». La Procura individua poi profili di responsabilità anche per il Tesoriere (la banca Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Vibo) e per i componenti dei due Collegi di Revisori dei conti: Roberto De Vincentiis, 67 anni, Francesco Tigani, 66 anni, Lucia Rachiele, 45 anni (tutti e tre in carica dal luglio 2008 all’agosto 2011); Nazzarena Anello, 49 anni, Pasquale Contartese, 49 anni, e Salvatore Rizzo, 54 anni (in carica dal settembre 2011 ad oggi).
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