1 minuto per la lettura
VIBO VALENTIA – Nulla da fare per il processo sull’alluvione che il 3 luglio 2006 ha provocato a Vibo tre morti, 90 feriti e danni per 200 milioni di euro. Dopo oltre un anno e mezzo di stasi per mancanza di giudici, ad oltre 2 anni dal rinvio a giudizio degli imputati e ad 9 anni dai fatti, a causa dell’anomala composizione del Collegio giudicante il processo è stato stamane rinviato al 30 aprile prossimo.
Si tratta dell’ennesimo rinvio dopo che il 4 marzo dello scorso anno il processo era stato formalmente aperto per poi ripartire ex novo dopo che il 25 settembre scorso le difese degli imputati, a causa dell’ennesimo cambio del Collegio giudicante (per via del trasferimento di alcuni giudici), non avevano prestato il consenso a far salva tutta l’attività istruttoria sin qui svolta. La prescrizione dei reati, quindi, si avvicina sempre più.
Quindici gli imputati che rispondono, a vario titolo, di disastro, inondazione ed omicidio colposo, oltre all’omissione in atti d’ufficio. Fra gli imputati ci sono anche: Gaetano Ottavio Bruni, ex presidente della Provincia di Vibo ed ex consigliere regionale dell’Udc; Paolo Barbieri, ex assessore ed ex vicepresidente della Provincia di Vibo; Domenico Corigliano, ex comandante della Polizia municipale di Vibo; Ugo Bellantoni, Giacomo Consoli e Silvana De Carolis, ex dirigenti del Comune di Vibo. Parti civili i familiari delle vittime, 17 privati cittadini, il Wwf e Legambiente.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA