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OMICIDIO, tentato omicidio, associazione mafiosa, armi. Da queste accuse,sin dal prossimo 16 ottobre, saranno dovranno difendersi, davanti alla Corte d’assise di Locri, gli undici imputati per i quali – accogliendo la richiesta del pm antimafia di Reggio Calabria Sara Ombra – il gup Antonino Laganà a disposto il rinvio a giudizio nell’ambito del procedimentodenominato “Confine”. Si tratta di uno dei procedimenti penali più importanti istruiti sulla seconda “faida dei boschi”, che vede come principale contestazione l’omicidio del boss del clan dei cosiddetti“viperari delle Serre” Damiano Vallelunga, avvenuto nel settembre del 2009davanti al Santuario di Riace.
GLI UNDICI ALLA SBARRA – Saranno pertanto processati con rito ordinario Vincenzo Gallace, 66 anni di Guardavalle; Antonio Leuzzi, 28 anni di Stignano; Cosimo Giuseppe Leuzzi, 59 anni di Stignano; Salvatore Papaleo, 41 anni di Monasterace; Andrea Sotira, 35 anni di Stignano; Cosimo Spatari, 54 anni di Placanica; Luca Spatari, 28 anni di Riace; Agostino Vallelonga, 39 anni di Fabrizia; Bruno Cosimo Damiano Vallelonga, 58 anni di Mongiana. A questi si aggiungono il collaboratore di giustizia Antonino Belnome e l’imprenditore Roberto Umbaca.
COMUNI E PROVINCIA PARTI CIVILI – Il gup Laganà, nel corso dell’udienza preliminare, aveva ammesso al rito abbreviato i nove imputatiche ne avevano fatto richiesta ovvero il collaboratore di giustizia Michael Panajia; Cosimo Franzè, 48 anni di Caulonia; Angelo Natale Misiti, 43 annidi Stignano; Renato Comito, 60 anni, di Caulonia; Vincenzo Franzè, 21 annidi Caulonia, figlio di Cosimo; Domenico Ruga, 36 anni, di Monasterace; Bruno Vallelonga, 45 anni di Monasterace; Luigi Vallelonga, 37 anni di Caulonia; Piero Valleonga, 41 anni di Stilo. Il processo in abbreviato inizierà davanti al gup di Reggio Calabria il 15 novembre. Il gup Laganà aveva già ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Serra e, a seguire, quelle dei Comuni di Riace, Caulonia e Monasterace edella Provincia di Reggio Calabria. Ammessa, ma solo per la contestazionerelativa al reato di associazione mafiosa – quindi non per la vicendaomicidiaria oggetto di imputazione e le connesse imputazioni in materia diarmi – anche la costituzione del Comune di Stilo. Nessuna domanda di ristoro per i danni subiti, invece, dai Comuni di Stignano e Guardavalle.
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