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L'aula bunker di Lamezia Terme dove si celebra il processo Rinascita Scott

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VIBO VALENTIA – I chilometri sono ancora relativamente pochi, nonostante questo iniziano a sentire sulle spalle il peso dei 14 anni. Ed infatti più di una volta sono finite in officina per diverso tempo.

Problemi di motore, al cambio o a qualche altra componente. Senza considerare il fatto che non sono blindate. Il che, visto l’impiego che ne viene fatto, è una circostanza particolarmente grave: sono le due Fiat Punto in dotazione ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia.

Utilizzate, quindi, senza nulla togliere agli altri magistrati, anche dai quelli componenti il Collegio al processo “Rinascita-Scott”. In più occasioni, anche negli anni passati, sarebbe stata più volte reiterata la richiesta di sostituzione delle vetture che è stata sempre respinta.

Ed anche l’ultima in ordine di tempo, inoltrata poche settimane fa. Motivi di budget, a quanto pare, ma intanto i magistrati vibonesi – che operano in un territorio ad elevata densità criminale – continuano ad essere esposti potenzialmente a situazioni di pericolo.

E di disagio – che è ovviamente il “male” minore – visto che nella vettura oltre agli effetti lavorativi dei magistrati e degli autisti ci vanno anche i fascicoli processuali che – come in occasione dei grandi procedimenti penali – sono particolarmente voluminosi e non poche volte è necessario compiere due viaggi.

Non è infatti raro notare arrivare al nuovo palazzo di giustizia, in due diversi momenti, la Fiat Punto: la prima volta con a bordo i giudici, la seconda coi faldoni nel bagagliaio, con il personale del tribunale costretto a fare la spola.

Il chilometraggio per entrambi i veicoli è tutto sommato basso, si aggira infatti tra i 60mila e i 70mila, favorito dalla circostanza che i viaggi fuori città, prima di Rinascita-Scott, erano residuali. Ma adesso, considerando la cadenza di tre giorni a settimana – tralasciando il resto delle trasferte – il dato è destinato ad aumentare considerevolmente.

E tenendo presente che si tratta di auto del 2007, è chiaro che il fattore usurante può avere una certa rilevanza. E così è stato negli anni passati come adesso. Tant’è che anche negli ultimi mesi entrambe le vetture sono state spesso in assistenza per problemi di natura meccanica. 

Come se non bastasse, gli stessi dipendenti, in qualche occasione hanno provveduto a sborsare a proprie spese per il lavaggio ed altre piccole cose.

Alle richieste avanzate dai vertici del Tribunale di di Vibo e della Corte d’Appello, Massimo Orlando, direttore generale del Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi Direzione Generale delle Risorse Materiali e delle Tecnologie), attraverso una comunicazione del 23 febbraio scorso, replicava negativamente: «La facoltà dell’amministrazione di acquistare autovetture ordinarie è soggetta al rigoroso rispetto del tetto di spesa fissato; in questo limite, è bene sottolineare, rientrano sia l’acquisto, che la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture. Pertanto, pur comprendendo le difficoltà dell’ufficio giudiziario coinvolto, non si può al momento soddisfare la richiesta di assegnazione di nuove autovetture». 

Non solo, con riferimento tuttavia al profilo del trasporto dei fascicoli, il dirigente suggeriva la possibilità di «richiedere l’autorizzazione alla stipula di un contratto di facchinaggio esterno, che consentirebbe di assicurare sia il prelievo che il trasporto di fascicoli, dalla sede dell’ufficio giudiziario a quella del processo».

Risposta che reiterava nel successivo mese di marzo, a nuova istanza presentata sempre dai due magistrati, segnalando che «al momento la Direzione generale non può procedere ad acquisti di autovetture ordinarie, visti gli stringenti limiti di spesa vigenti, che lasciano impregiudicati i soli acquisti di auto destinate ai magistrati sottoposti a protezione».

Aggiungeva che per quanto in particolare riguarda la riparazione della Fiat Punto in carico al Tribunale di Vibo Valentia, l’Ufficio «potrebbe valutare l’opportunità di procedere alla sua riparazione, in ragione del fatto che non è possibile procedere ad una sostituzione del mezzo».

Quindi, per il momento, i giudici del tribunale di Vibo saranno costretti – non si sa ancora per quanto tempo – a girare con auto del tutto inadeguate

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Francesco Ridolfi

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