L'incendio nell'area archeologica
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Ancora un vasto incendio a minacciare le rovine risalenti al V-VI secolo a.C. poste nel parco archeologico del Còfino. Esattamente come il 13 agosto scorso, anche in questa occasione il fuoco appiccato da ignoti è arrivato a pochi metri dalla struttura in legno con la copertura di un telone posta a protezione della base dei resti del tempio di età greca che rappresenta uno dei simboli della città di Vibo Valentia. L’area circostante è, infatti, caratterizzata da vegetazione che, a causa delle elevate temperature estive, si è ormai essiccata, rappresentando un facile alimento per le fiamme appiccate intorno alle 20,30 di ieri sera.
Pochi minuti dopo è scattato l’allarme. Sul posto si è precipitata l’archeologa Mariangela Preta, tra l’altro ideatrice dei due tour, svolti tra luglio e i giorni scorsi, nelle principali aree archeologiche del capoluogo, che hanno richiamato centinaia di persone. È stata lei ad aprire ai vigili del fuoco i cancelli per accedere nella zona e consentire di avviare le operazioni di spegnimento del fronte delle fiamme. Operazioni che si sono protratte per qualche ora a causa soprattutto di tre fattori: l’estensione dell’incendio, la presenza di una vasta area di vegetazione essiccata e un flebile vento che ha sospinto in fuoco.
Sempre nei giorni scorsi, le associazioni culturali del territorio avevano denunciato la necessità di predisporre, da parte del Comune e della sovrintendenza ai beni culturali, un’attività finalizzata a mettete in sicurezza la zona dei reperti anche in considerazione della presenza di strutture di protezione degli stessi altamente infiammabili e quindi a rischio crollo con irreparabili danni al millenario patrimonio archeologico della città.
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