La pistola incriminata
1 minuto per la letturaNICOTERA (VIBO VALENTIA) – Arrestato a suo tempo col fratello per detenzione di armi e ora sotto indagine anche per tentato omicidio.
Il filo rosso che unisce questi due casi è la pistola sequestrata nel settembre del 2018 a Giuseppe Cicerone, pensionato 88enne di Nicotera, cognato del boss Antonio Mancuso cl ’38, chiamato a difendersi dalla nuova contestazione mossa dal pm Corrado Caputo che ha firmato il provvedimento di conclusione delle indagini.
L’anziano, difeso dall’avvocato Francesco Capria, infatti, è accusato di aver attentato alla vita di un giovane in vacanza nel Vibonese appena pochi giorni prima del suo arresto (e del congiunto 75enne) operato dai carabinieri, il 2 settembre dello scorso anno, che rinvennero nella sua abitazione sita nel rione Borgo, della città medmea, la pistola cal. 9 col colpo in canna ed un caricatore con altri 5 proiettili, 13 colpi di pistola cal. 380 auto, due coltelli a serramanico, un coltello artigianale con lama seghettata e un fucile per pesca subacquea munito di arpione, tutto detenuto illegalmente.
Tutte le armi furono passate al dettaglio dal Ris di Messina che riuscì a stabilire come la calibro 9 fosse stata utilizzata il 17 agosto precedente contro un giovane in villeggiatura in un B&B a Nicotera e col quale l’indagato pare abbia avuto un diverbio poi degenerato con l’esplosione di un colpo che fortunatamente non attinse la vittima.
Il proiettile fu quindi rinvenuto dai carabinieri, dopo la denuncia della parte offesa, e quando fu possibile confrontarlo con la pistola sequestrata appena pochi giorni dopo, si capì che era partito da quell’arma. Da qui, pertanto, la nuova contestazione di reato all’anziano.
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