La Camera di commercio di Vibo
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Il tribunale di Vibo Valentia ha condannato a due anni e 6 mesi di reclusione Antonio Catania, attuale presidente della Camera di commercio, per tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Condannato anche il fratello Luca. Assolto, invece, il terzo fratello, Michele Catania.
La Dda aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati a 3 anni di reclusione. I fratelli erano accusati di aver evocato il possibile intervento di soggetti legati alla criminalità organizzata locale, «sfruttando la vicinanza di alcuni componenti della famiglia Catania – si legge nel capo di imputazione – alla cosca Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia», per minacciare di gravi ritorsioni una persona che intendeva partecipare all’asta giudiziaria per la vendita di un immobile già appartenuto a Francesco Catania.
Minacce che avrebbero avuto lo scopo di impedire l’aggiudicazione dell’immobile, allontanandone l’offerente così da conseguire un «indebito profitto derivante dal fatto che, successivamente, l’ulteriore ribasso del prezzo di vendita avrebbe consentito loro di rientrare in possesso dell’abitazione a condizioni economicamente più vantaggiose». Dopo che l’uomo aveva versato l’acconto di 10mila euro per la partecipazione all’asta, secondo l’accusa, Antonio Catania lo avrebbe invitato «a desistere dal proseguire nell’acquisto dell’immobile in quanto lui ed i fratelli erano interessati ad un acquisto ad un prezzo inferiore, che avrebbero ottenuto solo se le successive aste fossero andate deserte».
In più occasioni, stando al capo di imputazione, i fratelli Catania avrebbero detto o fatto pervenire «agli offerenti il messaggio che nessuno sarebbe mai entrato in possesso del loro appartamento».
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