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Giuseppe Antonio Accorinti durante la Processione a Zungri

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VIBO VALENTIA – Il telefono del sindaco squilla, più volte, tra domenica e ieri. Ma nessuna risposta. Idem con i messaggi. Eppure, ciò che è avvenuto l’altra mattina nel suo paese ha fatto il giro della Penisola. Poi, a 24 ore dai fatti, una breve dichiarazione per dire: «Non mi sono accorto di nulla, non ho visto niente, ho intuito che qualcosa non andava nel momento in cui non ho visto arrivare il quadro della Madonna che doveva uscire da un incrocio, e una volta tornato indietro ho potuto constatare, fra l’incredulità dei fedeli, che la processione era stata fermata dai Carabinieri della stazione di Zungri. Una cosa del genere non si era mai verificata qui da noi e sono sicuro che la comunità saprà risollevarsi».

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DEL BOSS BLOCCATO DURANTE LA PROCESSIONE

Dopo il gesto del presunto boss Giuseppe Antonio Accorinti di portare in spalla il quadro della Madonna della neve nel corso della tradizionale processione, per le vie del paese  (LEGGI LA NOTIZIA) il clima resta comunque particolarmente pesante. Accorinti è riuscito a compiere soltanto una decina di metri prima che intervenissero i carabinieri.

Da ambienti investigativi, infatti, viene fatto rilevare come il 59enne con alle spalle numerose condanne per vario tipo, si sia potuto tranquillamente avvicinare alla sacra effigie senza che qualcuno avesse da ridire. È stato soltanto in virtù dell’intervento del personale dell’Arma, impegnato a garantire il normale svolgimento del rito religioso, se quell’anomalia – che, è bene ricordarlo, va contro il regolamento emesso tre anni addietro dal Vescovo Luigi Renzo (LEGGI IL COMMENTO A QUANTO ACCADUTO DEL VESCOVO DI MILETO LUIGI RENZO) – è stata bloccata.

Una decisione, questa, che ha provocato forti malumori tra la popolazione sfociati soprattutto sui social network e, in particolare, nei gruppi “di riferimento” del paese. Parole con molte delle quali si minimizza un episodio che si stenta a ritenere grave e parole di astio verso i carabinieri che «come sempre fanno proprio schifo, che sono sempre più pagliacci», e contro l’amministrazione comunale, rea di non aver avuto gli attributi (ovviamente il termine era ben più colorito) per evitare determinate situazioni, in riferimento all’intervento dei militari dell’Arma i quali, secondo altri, avrebbero dovuto chiamare da parte Accorinti e risolvere la questione privatamente, senza «sceneggiate».

Non immuni dagli insulti, ovviamente, anche i giornalisti, colpevoli di aver scritto la notizia e di averla manipolata ad arte. Insomma, una residuale parte della popolazione zungrese, dati alla mano, ha deciso di stigmatizzare quanto avvenuto, di ritenere la presenza di una persona con precedenti penali nel portare la statua, un fatto normale perché «chi siamo noi per giudicare gli altri?», è uno degli altri commenti. E poi c’è chi non ha visto nulla o che nel giorno più importante per il paese lavorava, di domenica. Il tweet di Salvini. Poche parole, quelle che il ministro degli interni, Matteo Salvini, affida a Twitter: «Basta mischiare il Sacro col Profano”, e a seguire l’hastag #lamafiamifaschifo 

Sull’episodio è intervenuto anche il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia (LEGGI IL COMMENTO SULL’ACCADUTO DEL SOTTOSEGRETARIO CARLO SIBILIA), in visita ieri in Calabria, il quale ha ribadito che «chi deve arretrare è la criminalità organizzata, come è successo a Zungri, dove le forze dell’ordine, con il coinvolgimento della Chiesa e della comunità, danno un messaggio chiaro: quando si è uniti la criminalità indietreggia». Sibilia si è anche recato, col prefetto Giuseppe Gualtieri, proprio nel borgo del Vibonese per comprendere di persona l’ambiente. Poca gente per le strade e nessuna voglia di parlare da parte della comunità ritrovatasi di colpo sotto i riflettori dei media locali e nazionali.

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